Il documento offre anche un quadro della situazione italiana, particolarmente critica per quanto riguarda l’aumento delle temperature medie e i conseguenti impatti sul territorio. Ricciardi: “Il nostro Paese è forse quello che necessita di più di interventi urgenti”.
(Rinnovabili.it) – L’Italian Institute for Planetary Health ha pubblicato un report sugli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute umana. Il documento riproduce scenari allarmanti per quanto riguarda le conseguenze del climate change, che influenzerebbe circa il 70% dei decessi globali in più del 30% dei casi per malattie cardiovascolari. Le brutte notizie non risparmiano il nostro paese che, secondo lo studio, nel 2020 ha registrato uno degli aumenti di temperatura maggiori in Europa e nel 2021 si è aggiudicato il triste primato per il numero di incendi nell’area Ocse.
Gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute umana
L’Italian Institute for Planetary Health è un istituto nato le 2019 dalla collaborazione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica. Il centro di ricerca si occupa di salute umana connessa alla salute del pianeta e nei giorni scorsi ha pubblicato il report “Il cambiamento climatico in Italia: l’impatto sulla salute umana e i processi di adattamento. Lo scenario italiano alla luce del documento Climate Change Is A Health Crisis”, una disamina delle conseguenze del climate change dal punto di vista sanitario. Secondo lo studio i cambiamenti climatici hanno impatti molto gravi sulla salute umana, arrivando a influenzare il 70% dei decessi globali, che sono dovuti a malattie sensibili al clima, di cui il 32,8% di natura cardiovascolare.
A questi numeri vanno sommati quelli delle vittime dei disastri climatici: negli ultimi 50 anni in Europa sono state più di 650.000.
Il team di ricercatori che ha composto il report ha lanciato un appello alle istituzioni. Durante la presentazione la dottoressa Chiara Cadeddu, coordinatrice scientifica dell’IIPH, ha rivolto un grido d’allarme ai decisori politici affinché questi dati non vengano sottovalutati e si affronti il tema dei cambiamenti climatici con la stessa urgenza con la quale abbiamo saputo affrontare il Covid: “Occorre costruire un sistema salute resiliente, implementando meccanismi di allerta e di risposta rapida e assicurando la disponibilità di risorse adeguate, con una governance dell’adattamento che sia coordinata a più livelli, in modo da creare sinergie tra il livello locale, regionale e nazionale”.
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Il quadro italiano
“L’Italia”, ha spiegato Walter Ricciardi, Professore ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma “è il Paese che ha avuto il maggior numero di incendi in Europa, il secondo al mondo, e che ha la più alta desertificazione, come stiamo vedendo dalla siccità del Po, dalla difficoltà di irrigare la Pianura Padana. È il Paese che sta vivendo più ondate di calore, quello che sta vedendo l’insorgenza di nuove malattie infettive da vettori, sono già 3 i morti per West Nile Fever, una malattia trasmessa dalle zanzare, che stanno ritornando a infestare parti importanti del nostro territorio. È importante combattere questo cambiamento climatico, abbiamo le soluzioni ma vengono largamente ignorate, anche perché questo ha un impatto enorme sulla salute mentale della popolazione e sul benessere”.
Il report mostra anche la posizione critica dell’Italia, che nel 2021 ha registrato 1.422 incendi: il numero più alto nei paesi dell’area Ocse. Se per numero di eventi siamo primi, anche per ettari bruciati – 159.537 – battiamo numerosi record, attestandoci secondi solo alla Turchia. Per quanto riguarda le ondate di calore la situazione non è migliore: nel 2020 siamo stati tra i paesi europei con maggiore aumento della temperatura media, arrivando a +1,54 °C rispetto alla media del periodo 1961-1990.
Per Ricciardi “il Rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, pubblicato due mesi fa, è stato silenziato. In Italia non ha avuto alcun ascolto, eppure è strano, lo stiamo vedendo in questi giorni, perché il nostro è uno dei Paesi più colpiti dal cambiamento climatico e forse quello che necessita di più di interventi urgenti”.
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Cambiare le abitudini alimentari per salvare il clima
Secondo il direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS Giuseppe Remuzzi, i cambiamenti climatici sono un tema connesso a molte delle abitudini individuali di cittadini e cittadine, prime fra tutte quelle alimentari: “I comportamenti individuali sono importanti, il cibo è importante. Pensate che mangiare bene fa risparmiare molti morti. Tenete conto che cattive scelte alimentari fanno più morti che tabacco, droga, alcol e cattive abitudini sessuali messe insieme”. Il professore ha però spiegato che a beneficiare di un’alimentazione più attenta non è soltanto la salute umana, perché una maggiore cura “ha anche una ricaduta sul clima. Un lavoro del Lancet di un paio d’anni fa faceva vedere l’impatto di ciascuna singola scelta alimentare sulla salute del pianeta. È un lavoro straordinario che fa vedere quanto è importante ciò che noi mangiamo ogni giorno sulla generazione di CO2, sul consumo di suolo e di energia, sul benessere degli altri abitanti della Terra. Siamo tutti nella stessa condizione, è molto importante realizzarlo. Il contributo che noi possiamo portare, dal punto di vista degli studi sull’alimentazione corretta, alla salute del pianeta, arriva al 25%”.