Uno studio della George Mason University in Virginia calcola i cambiamenti delle fasce climatiche a causa del riscaldamento globale. Nei prossimi 80 anni muterà classificazione fino all’88% dell’Europa e oltre metà del Nord America
Quasi metà del Pianeta cambierà zona climatica entro fine secolo
(Rinnovabili.it) – Nei prossimi decenni, quasi metà della Terra potrebbe trovarsi in zone climatiche diverse da quelle a cui appartiene oggi. Lasciando meno tempo per adattarsi alle specie animali e vegetali. Soprattutto nelle regioni polari e in Europa, uno dei “punti caldi” che saranno più colpiti più duramente da questa trasformazione.
Le mappe di Köppen-Geiger
Lo afferma uno studio pubblicato su Earth’s Future che ha calcolato l’impatto del riscaldamento globale sulla classificazione delle terre emerse secondo il sistema Köppen-Geiger. Si tratta di una divisione molto semplice del globo in 5 zone climatiche differenti a seconda della vegetazione presente, costruita a partire da 3 criteri: temperature, precipitazioni e stagioni.
Nella classificazione Köppen-Geiger, l’Italia figura quasi interamente nel gruppo C, che identifica i climi temperati, con due grandi sottotipi a estate umida e a estate secca. Solo alcune parti delle Alpi rientrano invece nella categoria D come climi freddi con inverno secco. Un quadro che potrebbe mutare radicalmente entro il 2100.
Come cambiano le zone climatiche del Pianeta
Secondo i ricercatori della George Mason University in Virginia, infatti, tra il 37,9 e il 48,1% delle terre emerse in tutto il globo per quella data si troverà in una zona climatica differente da quella attuale. E l’Europa è uno dei due quadranti, insieme al Nord America, dove questo cambiamento sarà più pronunciato. A seconda dello scenario emissivo utilizzato, ci si può attendere che cambieranno classificazione dal 71,4 all’88,6% delle regioni europee, e dal 51,2 al 65,8% di quelle nordamericane.
A livello globale, i cambiamenti più pronunciati si registreranno nelle fasce tropicali, che sono destinate a espandersi dal 23 al 25% della superficie terrestre, e la zone aride che saliranno al 34% dall’attuale 31%. Anche le aree polari saranno stravolte, restringendosi. Un processo che è in corso e ha già dato risultati significativi: se fra il 1901 e il 1930 questa fascia polare copriva l’8% del Pianeta, oggi è soltanto il 6,5%.
“Dall’inizio del 20° secolo, la Terra ha già visto il 14,77% della sua superficie cambiare la propria classificazione climatica, con i cambiamenti più estesi osservati in Nord America, Europa e Oceania”, scrivono gli autori dello studio.