Uno studio basato sulle osservazioni satellitari di Sentinel-1 calcola che la fusione del ghiaccio marino sta accelerando la corsa di Pine Island verso l’oceano del 12%
Più instabile e più a rischio: il ghiacciaio Pine Island è il più esteso dell’Antartide
(Rinnovabili.it) – Il ghiacciaio Pine Island è sempre più instabile. Lo rivelano i dati raccolti dai satelliti che osservano questo gigante dell’Antartide. La coltre di ghiaccio marino che funziona da tappo e trattiene sulla terraferma l’immane massa glaciale si sta frantumando di più e più rapidamente.
Le cattive notizie sul ghiacciaio Pine Island si stanno moltiplicando dal 2017. Nei primi mesi del 2019 gli scienziati avevano rilevato due grandi spaccature che facevano temere la formazione di grandi iceberg, come già era avvenuto l’anno prima. Una perdita di volume del ghiacciaio è direttamente legata all’aumento del livello dei mari vista la sua stazza. Il ghiacciaio Pine Island ha un flusso glaciale di ben 175mila km2.
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Pine Island anche uno dei tre ghiacciai considerati più a rischio tra quelli antartici, insieme a Shackleton e Wilkins. Secondo uno studio appena pubblicato su Science Advances che si basa sulle immagini scattate dal satellite dell’Agenzia spaziale europea, questa piattaforma di ghiaccio marino che blocca Pine Island si è ritirata di 20 chilometri tra il 2017 e il 2020. Gli autori calcolano che questo fenomeno stia facendo accelerare lo scivolamento in mare di Pine Island del 12%.
Da 4 anni a questa parte gli scienziati hanno contato 3 grandi eventi di rottura con formazione di iceberg lunghi più di 8 km e larghi 36 km. A febbraio 2020 il ghiacciaio aveva perso una fetta estesa più di 300 km2, in pratica grande come l’isola di Malta. Inoltre, ci sono state anche molte piccole rotture. “Non è affatto inconcepibile che l’intera piattaforma possa cedere e scomparire nel giro di pochi anni”, spiega Ian Joughin, glaciologo dell’università di Washington e autore della ricerca.
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Due mesi fa, uno studio dell’università di Reading avvertiva che circa 1/3 della calotta dell’Antartide deve essere considerato a rischio di scivolare rapidamente nel mare e sciogliersi, a causa della fusione dei ghiacci marini che la trattengono sulla terraferma.