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90 scienziati vogliono sdoganare la geoingegneria: “Più ricerca sulla gestione della radiazione solare”

In una lettera aperta circa 90 scienziati del clima lanciano un appello per aumentare i fondi alla ricerca sulla geoingegneria solare. Secondo i firmatari, ormai nessuna riduzione dei gas serra, per quanto drastica, ci permette di rispettare la soglia di 1,5 gradi

Gestione radiazione solare: 90 scienziati vogliono fondi per la geoingegneria
Foto di Jonathan Knoll su Unsplash

L’IPCC tratta dal 2013 il tema della gestione della radiazione solare

(Rinnovabili.it) – Una novantina di firme tra cui qualche nome pesante, come il capo del Goddard Institute for Space Studies della NASA James Hansen. Tutti climatologi. Il contenuto della lettera aperta: “sostegno alla ricerca sugli aerosol atmosferici e sul loro potenziale per aumentare la riflessione della luce solare dall’atmosfera per affrontare i rischi climatici”. In parole povere: più soldi per la ricerca sulle tecnologie di gestione della radiazione solare. Cioè geoingegneria.

“L’unica soluzione” è la geoingegneria

Per centrare l’obiettivo degli 1,5°C fissato dal Paris Agreement non possiamo fare a meno della geoingegneria. E per quanto questa soluzione possa spaventare o essere additata come un semplice diversivo dalla “vera” azione climatica, è bene aumentare la ricerca nel campo e, soprattutto, sperimentare.

È l’argomento usato dai 90 scienziati a favore della rottura di un quasi tabù, quello del ricorso alla gestione della radiazione solare per diminuirne la quantità che viene assorbita dal Pianeta, causando il riscaldamento globale, riflettendone una parte nello spazio grazie all’uso di particelle in sospensione in atmosfera.

“Sebbene la riduzione delle emissioni sia fondamentale, nessun livello di riduzione intrapreso ora può invertire l’effetto di riscaldamento delle emissioni di gas serra passate e presenti, ragionano gli scienziati. “Si prevede che la Terra continuerà a riscaldarsi per diversi decenni in tutti gli scenari di cambiamento climatico presi in considerazione dall’IPCC delle Nazioni Unite. Anche con un’azione aggressiva per ridurre le emissioni di gas serra, è sempre più improbabile che il riscaldamento climatico rimanga al di sotto di 1,5-2°C nel breve termine”.

E sottolineano una minaccia incombente: più avanzano le politiche contro la crisi climatica, più diminuiscono gli aerosol in atmosfera. Particelle che contribuiscono a schermare il Pianeta da una parte della radiazione solare. Con il risultato che mentre ripuliamo le nostre economie, alimentiamo anche una sorta di riscaldamento globale mascherato: “le riduzioni delle emissioni di aerosol nei prossimi decenni “smaschereranno” rapidamente una quantità significativa ma molto incerta di riscaldamento climatico”.

Cosa dice l’IPCC sulla gestione della radiazione solare

Ad oggi, non esiste alcun consenso scientifico sull’opportunità di utilizzare tecnologie di gestione della radiazione solare. Alla geoingegneria, fin dal 2013, sono dedicati dei capitoli nei vari rapporti dell’IPCC, il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico. Con l’ultimo rapporto IPCC (AR6 WGI), pubblicato nel 2021, la sintesi della scienza del clima stimava con più accuratezza gli effetti collaterali della geoingegneria solare, ad esempio i cambiamenti indotti nei pattern delle precipitazioni piovose e nevose. E suggeriva di utilizzare un mix di interventi in modo da bilanciare i vari effetti indesiderati.