Grazie a un modello computerizzato che, per la 1° volta, esamina l’interazione tra scudo glaciale, iceberg, oceani e atmosfera, si è individuata in +1,8°C il limite di riscaldamento globale oltre il quale l’innalzamento del livello dei mari accelera significativamente già nei prossimi decenni
Lo studio apparso su nature Communication analizza la fusione dei ghiacciai marini di Antartide e Groenlandia
(Rinnovabili.it) – La soglia di riscaldamento globale per evitare collassi dei ghiacciai in Antartide e Groenlandia? È 1,8°C. Se la temperatura del Pianeta supera questo punto, l’aumento del livello degli oceani accelererà in modo significativo. Lo afferma il primo studio che esamina l’interazione complessa tra quattro fattori per determinare con precisione la dinamica di fusione dei ghiacciai marini.
Prevedere il comportamento degli scudi glaciali più vasti al mondo è molto difficile perché entrano in gioco molti fattori concomitanti, la cui azione può rinforzare o smorzare quella degli altri e spesso in modi inattesi. Per questa ragione anche le stime riportate dall’Ipcc, il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu che sintetizza la scienza del clima, hanno una forchetta piuttosto ampia.
“I modelli computerizzati che simulano la dinamica delle calotte glaciali in Groenlandia e Antartide spesso non tengono conto del fatto che lo scioglimento delle calotte glaciali influisce sui processi oceanici che, a loro volta, possono ripercuotersi sulle calotte glaciali e sull’atmosfera”, spiega il primo autore dello studio apparso su Nature Communications, Jun Young Park del Centro IBS per la Fisica del Clima e l’Università Nazionale di Pusan in Corea del Sud. Il modello messo a punto da Park e colleghi tiene invece conto delle interazioni tra calotte, iceberg, oceano e atmosfera.
Come evitare una fusione dei ghiacciai marini accelerata?
Il risultato? Si può evitare una fusione dei ghiacciai marini del Polo Sud e della Groenlandia inarrestabile e accelerato solo se raggiungiamo emissioni zero prima del 2060. Se sforiamo, le parti delle calotte glaciali che galleggiano sull’oceano fonderanno a ritmo accelerato contribuendo con almeno 1 metro di aumento del livello dei mari in tutto il Pianeta già nei prossimi 130 anni. A cui bisogna aggiungere l’impatto di altri fattori come l’espansione termica delle masse oceaniche dovuta all’aumento della temperatura.
Per tradurre in numeri e date precisi gli sforzi necessari per evitare questa accelerazione: secondo l’ultimo rapporto Ipcc sul clima, l’unico scenario emissivo compatibile gli 1,8°C è il C2 (oltre al C1, ormai considerato fuori portata). Cosa prevede? Picco del carbonio entro il 2025-2030, picco del metano entro il 2025, uso globale di carbone, petrolio e gas nel 2050 diminuito del 95%, 60% e 45% rispetto al 2019, emissioni globali dalle 55 Gt CO2e del 2019 ad appena 14 nel 2050. A queste condizioni la temperatura globale sforerebbe gli 1,5 gradi con un overshoot fino a 1,8°C, per tornare poi 3 decimi di grado più in basso entro fine secolo.