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I 5 mega trend che scriveranno il futuro delle foreste globali

Crescita del disturbo forestale, impatto dell’urbanizzazione e dello stile di vita della classe media globale tra i fattori negativi. Ma il digitale aiuta la conservazione

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Credits: StockSnap da Pixabay

Uno studio dell’università di Manchester sullo stato delle foreste al 2030

(Rinnovabili.it) –  Sono fondamentali per la tutela della biodiversità. Ospitano più dell’80% delle specie di piante, animali e insetti. E giocano un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico perché sono immensi serbatoi di carbonio. E’ dalle foreste, e dalla loro tutela, che dipende buona parte del successo della nostra azione climatica. Finora, però, l’attenzione si è concentrata solo sul ruolo di questi ecosistemi a breve termine e in relazione a specifici contesti. Quello che manca è uno sguardo di respiro più ampio e di portata globale.

Uno studio guidato dall’università di Manchester cerca di colmare questo vuoto. Lo fa individuando le 5 principali tendenze (i cosiddetti mega trend) che influenzeranno, nel bene e nel male, le foreste durante il prossimo decennio.

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Il primo trend è un generale indebolimento degli ambienti forestali. A causa di siccità e precipitazioni eccessive, le foreste stanno patendo defogliazione, mortalità degli alberi e calo della produttività forestale a livelli senza precedenti. Nel complesso questi eventi vengono indicati come ‘disturbo forestale’. Un fenomeno che aumenta la probabilità che emergano malattie capaci di diffondersi a livello globale.

Più di 1,5 miliardi di persone vive a meno di 5 km da una foresta. Non stupirà quindi che i cambiamenti nella demografia delle aree rurali influisca anche su questi ecosistemi. Lo spopolamento delle campagne è ambivalente. Da un lato può favorire l’espansione della superficie forestale, ma dall’altro una popolazione urbana in crescita può alimentare lo sfruttamento intensivo di queste risorse.

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A questo si lega la terza tendenza. Nel 2030 saremo 10 miliardi di cui la metà classificata come ‘classe media’. Con una capacità di spesa (e uno stile di vita) che richiederà un maggiore consumo di risorse. A scapito anche delle foreste. Nel periodo 2001-2015, si calcola che il 27% del disturbo forestale sviluppato sia dipeso dalla crescita della domanda di merci legate a risorse forestali.

Entro il 2050, dovrebbero esserci almeno 25 milioni di km di nuove strade a livello globale per aiutare a facilitare il flusso di merci tra gli hub. La crescita delle infrastrutture è il 4° trend (negativo) individuato dai ricercatori. Che può portare alla perdita di superficie forestale e alla perdita di accesso alla terra e alle risorse per le comunità locali. Infine, una nota positiva arriva dallo sviluppo delle nuove tecnologie digitali. Lo studio ritiene che saranno sempre più centrali nel monitoraggio e nella tutela del patrimonio costituito da questi ecosistemi.