L’Organizzazione meteorologica mondiale presenterà a novembre, durante la COP27, un piano dettagliato per fornire una copertura anche al 30% della popolazione mondiale che non può fare affidamento su alcun sistema di allerta contro alluvioni, siccità, ondate di calore
Il progetto contro gli eventi climatici estremi costerà 1,5 mld di dollari
(Rinnovabili.it) – Entro i prossimi 5 anni tutta la popolazione mondiale sarà protetta da un sistema globale di allerta precoce contro alluvioni, tsunami, siccità, ondate di calore. Il meccanismo coprirà le falle che, ad oggi, lasciano esposti agli eventi climatici estremi più di 2,5 miliardi di persone. È il progetto tanto ambizioso quanto necessario annunciato ieri dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che dovrebbe valere circa 1,5 miliardi di dollari. L’organismo Onu presenterà un piano dettagliato a novembre, durante la COP27 che si terrà in Egitto.
“Lo sconvolgimento climatico causato dall’uomo sta ora danneggiando ogni regione. Il più recente rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici descrive in dettaglio la sofferenza che sta già accadendo. Ogni incremento del riscaldamento globale aumenterà ulteriormente la frequenza e l’intensità degli eventi climatici estremi”, è intervenuto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Dobbiamo investire ugualmente nell’adattamento e nella resilienza. Questo include le informazioni che ci permettono di anticipare tempeste, ondate di calore, inondazioni e siccità”, ha aggiunto.
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In base alle statistiche, negli ultimi 50 anni si è verificato almeno un disastro climatico al giorno. Ma la frequenza e l’intensità dei fenomeni estremi è cambiata molto: rispetto al 1970, gli eventi climatici estremi oggi sono 5 volte di più. Una tendenza che riguarda anche l’Italia da vicino. Secondo l’ultimo rapporto CittàClima di Legambiente, solo tra 2020 e 2021 questi fenomeni sono aumentati del 17%, mentre i comuni colpiti sono il 20% in più.
La differenza, rispetto ai decenni passati, la fanno proprio i sistemi di early warning. Grazie ai quali si riescono a salvare molte più vite umane di prima, nonostante l’incremento e l’intensificazione degli eventi estremi. A patire di più il peso dei disastri climatici sono i paesi sguarniti, ovvero i più poveri: il 60% degli africani non è protetto, così come la maggior parte degli abitanti dei micro stati insulari e dei paesi meno sviluppati.
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Come funzionano i sistemi di allerta precoce? Un monitoraggio in tempo reale delle condizioni meteo e climatiche permette di prevedere i fenomeni in arrivo, valutarne l’intensità e lo sviluppo nel tempo, e quindi ipotizzare quale impatto possono avere su un territorio specifico. Oltre alla parte “predittiva”, questi sistemi integrano dei piani di risposta in emergenza per i governi e le comunità locali. Si tratta di una sezione dinamica, che viene aggiornata in base alle esperienze raccolte in altre parti del mondo in situazioni simili.