Rinnovabili • Estinzione di massa: oceani a rischio anche in un mondo 2°C più caldo Rinnovabili • Estinzione di massa: oceani a rischio anche in un mondo 2°C più caldo

Negli oceani si prepara un’estinzione di massa senza precedenti. Ma possiamo evitarla

Senza calo immediato delle emissioni c’è il rischio concreto che gli oceani vadano verso una riduzione catastrofica delle specie animali e vegetali, paragonabile all’evento del Permiano-Triassico. Abbattere i gas serra subito riduce il rischio del 70%

Estinzione di massa: oceani a rischio anche in un mondo 2°C più caldo
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La 3° estinzione di massa, 250 mln di anni fa, spazzò via il 96% delle specie viventi

(Rinnovabili.it) – Gli oceani saranno il teatro di una estinzione di massa delle specie marine senza precedenti se non cambiamo immediatamente rotta sulle emissioni di gas serra. Ma siamo ancora in tempo per evitare il peggio. Lo sostiene uno studio appena pubblicato su Science che analizza l’impatto di diversi scenari emissivi sulle forme di vita marine.

Rischio estinzione di massa negli oceani: come evitarlo?

“Con l’accelerazione delle emissioni di gas serra, le perdite di specie dovute al solo riscaldamento e all’impoverimento dell’ossigeno … culmineranno in un’estinzione di massa che rivaleggia con quelle del passato della Terra”, scrivono gli autori. Un evento che noi viviamo al rallentatore, ma che in un lasso di tempo relativamente molto breve potrebbe cancellare dal pianeta una percentuale altissima di specie marine viventi.

Questo è quello che succederebbe nello scenario emissivo peggiore, cioè con un riscaldamento globale di 4°C alla fine di questo secolo. Si tratta dello scenario C7 presentato nell’ultimo rapporto IPCC (AR6 WG3), che è ritenuto compatibile con la traiettoria su cui ci troviamo oggi (entro il 2100 non si raggiunge la neutralità di carbonio e il picco di CO2 arriva solo nel 2080-2095). Improbabile, ma non impossibile. Se si realizza, avverte lo studio, gli oceani vanno incontro a un evento catastrofico paragonabile alla 3° estinzione di massa, avvenuta 250 milioni di anni fa, durante la quale scomparì il 96% delle forme di vita.

L’aspetto più interessante di questo lavoro è l’enorme distanza tra gli impatti attesi nei diversi scenari emissivi. Con un global warming nei limiti dell’Accordo di Parigi (2°C), sarebbero a rischio circa il 4% delle specie marine viventi oggi. In ogni caso, però, le specie più a rischio estinzione sono le specie polari perché, semplicemente, non avrebbero altro posto dove andare per trovare un habitat vivibile (né avrebbero il tempo di adattarsi). “Ma la ricchezza biologica locale diminuisce di più ai tropici”, sottolinea lo studio.

Agire immediatamente contro il climate change, quindi, fa la differenza. Anche se non può impedire che la 6° estinzione di massa, che è in corso, presenti il conto. Invertire le tendenze delle emissioni di gas serra diminuirebbe i rischi di estinzione di oltre il 70%, preservando la biodiversità marina accumulata negli ultimi circa 50 milioni di anni di storia evolutiva”, concludono gli autori.