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Crisi climatica, l’Onu: “Stiamo andando nella direzione sbagliata”

Per rispettare gli 1,5°C dovremmo aumentare il livello di ambizione delle politiche climatiche di 7 volte rispetto a oggi. E c’è comunque una probabilità del 48% che sforeremo questa soglia nei prossimi 5 anni

Crisi climatica: United in Science 2022, sul clima andiamo “nella direzione sbagliata”
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Il punto sullo stato della crisi climatica nel rapporto United in Science 2022

(Rinnovabili.it) – Stiamo andando “nella direzione sbagliata”, ma siamo già in un “territorio inesplorato di distruzione”. C’è un abisso tra le aspirazioni di mitigare il riscaldamento globale e la realtà della crisi climatica. Se non riusciamo a ridurlo in fretta, l’impatto fisico e socioeconomico del cambiamento climatico sarà “sempre più devastante”. Lo sostiene il rapporto United in Science 2022 pubblicato ieri dall’Organizzazione meteorologica mondiale, che riassume tutti i dossier sul clima prodotti dalle agenzie Onu quest’anno.

Lo stato della crisi climatica nei rapporti dell’Onu

Che la direzione non sia quella giusta lo spiega in modo lampante un solo dato. Per rispettare gli 1,5°C stabiliti a Parigi, i livelli di ambizione nelle politiche climatiche dovrebbero aumentare di ben 7 volte rispetto a quelli di oggi. Mentre la tanto sbandierata ripresa verde post-Covid si è trasformata in un rimbalzo grigio scuro. Le emissioni globali di gas serra, infatti, sono tornate ai livelli pre-lockdown. Tra gennaio e maggio di quest’anno sono già l’1,2% più elevate di quelle dello stesso periodo del 2019.

Per quanto ci si sforzi adesso, l’azione climatica sarà comunque tardiva. Non che non si riuscirà ad ottenere nulla, tutt’altro. Ma alcune soglie probabilmente le supereremo anche col massimo impegno in questi anni. Ad esempio, visti i tenori emissivi di oggi e i gas serra cumulati in atmosfera, c’è ormai una probabilità del 48% di sforare gli 1,5°C nei prossimi 5 anni. Si prevede infatti che la temperatura media annua globale alla superficie per ogni anno del periodo 2022-2026 sarà tra 1,1°C e 1,7°C superiore ai livelli preindustriali (1850-1900).

“Alluvioni, siccità, ondate di calore, tempeste estreme e incendi selvaggi stanno andando di male in peggio, battendo record con una frequenza allarmante. Ondate di calore in Europa. Alluvioni colossali in Pakistan. Siccità prolungate e gravi in Cina, nel Corno d’Africa e negli Stati Uniti. Non c’è nulla di naturale nelle nuove dimensioni di questi disastri. Sono il prezzo della dipendenza dell’umanità dai combustibili fossili, ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.