Rinnovabili • COP25: Bolsonaro usò gli 007 per intimidire gli attivisti

Bolsonaro usò gli 007 per intimidire gli attivisti alla COP25

L’obiettivo era sia tenere sotto controllo l’operato della delegazione brasiliana, sia mandare un chiaro messaggio agli attivisti: la politica di Bolsonaro sull’Amazzonia non si tocca

COP25: Bolsonaro usò gli 007 per intimidire gli attivisti
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Vietato criticare la politica sull’Amazzonia alla COP25

(Rinnovabili.it) – La delegazione brasiliana alla COP25 di Madrid non era formata solo da funzionari esperti di temi ambientali. Almeno 4 membri del team erano dei servizi segreti brasiliani (Abin). La decisione di mandarli al summit di dicembre 2019 l’ha presa Bolsonaro. Due gli obiettivi: controllare il resto della delegazione e intimidire gli attivisti. Il tema più sensibile? Le politiche del presidente sull’Amazzonia, misura di bandiera di Bolsonaro e criticatissime sia in Brasile che da altri paesi.

Lo ha rivelato il giornale brasiliano Estadao, ma la vicenda trova conferma anche in altre 3 fonti sentite da Climate Home. Secondo le ricostruzioni, gli agenti dell’Abin si sono presentati come “analisti”. Uno degli agenti ha riferito a Estadao che l’obiettivo del team era raccogliere le critiche alla politica amazzonica del Brasile. Bolsonaro ha cercato di aprire la foresta pluviale all’estrazione mineraria e all’allevamento, rimuovendo le protezioni ambientali. A maggio 2020 ha addirittura mandato l’esercito, ufficialmente per contrastare la deforestazione illegale ma in realtà allo scopo di prendere il controllo delle riserve e tenere d’occhio da vicino gli attivisti.

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Secondo due attivisti brasiliani presenti alla COP25, i delegati del governo avevano addirittura paura di essere visti parlare con loro, cosa che non era avvenuta in nessun colloquio precedente. Un terzo attivista ha riferito a Climate Home che i delegati del governo sono stati solo in grado di dare un “saluto molto discreto” e di parlare in aeroporto dopo i colloqui. Gli 007 dovevano quindi “blindare” l’Amazzonia per far procedere più spediti i piani di Bolsonaro.

Bolsonaro ha da sempre fatto della lotta contro le comunità indigene il fiore all’occhiello della sua propaganda. La ragione è quella di ritenere gli indigeni colpevoli di occupare troppa terra attraverso la delimitazione delle aree protette. Ciò ostacolerebbero lo sviluppo economico del paese. Si parla di circa il 13% delle terre brasiliane ma, soprattutto, si parla di zone caratterizzate dalla presenza di una enorme quantità di risorse minerarie: dall’oro ai diamanti, dal niobio alle terre rare.

Nel frattempo la deforestazione ha continuato a segnare nuovi record. A gennaio del 2020 le aree distrutte sono aumentate del 108% rispetto agli anni precedenti. Nel corso del 2019, il processo di distruzione della foresta pluviale è cresciuto dell’85%, superando i 9.166 km2.

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