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Concentrazione atmosferica di CO2: nuovo picco nonostante la crisi

I livelli di anidride carbonica nell'atmosfera hanno raggiunto un nuovo record a maggio di quest’anno, toccando le 417,9 parti per milione. L’effetto delle misure mondiali di lockdown è stato pressoché invisibile

Concentrazione atmosferica di CO2
Credit: NOAA

La concentrazione atmosferica di CO2 ha raggiunto livelli che la Terra non vedeva da milioni di anni

(Rinnovabili.it) – Le misure di lockdown, applicate a livello mondiale per arginare la pandemia di coronavirus, hanno avuto un profondo effetto sull’economia; un effetto che difficilmente potrà essere cancellato nei prossimi mesi. Al contrario, l’impatto sulle emissioni climateranti si può considerare quasi acqua passata. La concentrazione atmosferica di CO2 ha segnato, infatti, un nuovo valore record.

Stando alle misurazioni dell’Osservatorio a Mauna Loa, i livelli di anidride carbonica hanno raggiunto un picco stagionale: 417,1 parti per milione (ppm) a maggio 2020. E il 2 giugno, quel valore è aumentato ulteriormente a 417,9 ppm. Si tratta della più alta lettura mensile mai registrata, come hanno tenuto a spiegare gli scienziati della NOAAScripps Institution of Oceanography dell’Università della California di San Diego. 

Cosa significa questo dato? Che la riduzione delle emissioni in risposta al blocco economico ha avuto un effetto abbastanza trascurabile. E che la velocità con cui sta crescendo la concentrazione atmosferica di CO2 dovrebbe far ulteriormente riflettere.

La stazione di rilevamento di Mauna Loa, parte della Scripps Institution of Oceanography, è attiva dal 1958. Si tratta di una struttura fondamentale per lo studio climatico. La scarsa vegetazione del sito e la distanza da fonti d’inquinamento rendono possibili rilevazioni estremamente puntuali dei livelli di biossido di carbonio. È stato proprio questo osservatorio a segnalare nel 2013 il raggiungimento della simbolica soglia delle 400 ppm, un livello di CO2 atmosferica che non si registrava sulla Terra da circa 3 milioni di anni

livelli di co2

Il conteggio, però, non si è mai arrestato e a maggio di ogni anno il Pianeta infrange nuovi record nei livelli di anidride carbonica. Per questo 2020, la concentrazione è di ben 2,4 ppm sopra il picco del 2019. “I progressi nella riduzione delle emissioni non sono visibili nel registro della CO2”, ha affermato Pieter Tans, scienziato senior del Global Monitoring Laboratory della NOAA. “Continuiamo a condannare il nostro pianeta – per secoli o anche di più – al riscaldamento globale, all’innalzamento del livello del mare e a eventi meteorologici estremi”. 

Perché il calo delle emissioni, in seguito alla crisi del COVID-19, è impercettibile? Perché si tratta di una riduzione (-5% circa) troppo piccola e troppo limitata nel tempo. Per poter aver un effetto visibile sulla concentrazione atmosferica di CO2, i tagli avrebbero dovuto essere dell’ordine del 30% e mantenersi tali per almeno sei mesi. “La gente potrebbe stupirsi nel sentire quanto poco abbia contribuito il lockdown”, ha spiegato il geochimico Ralph Keeling, che gestisce il programma di oceanografia Scripps a Mauna Loa. “Ma la presenza della CO2 è un po’ come la spazzatura in una discarica. Noi continuiamo a emetterla, questa continua ad accumularsi”.

Non solo. Se gli umani smettessero improvvisamente di emettere anidride carbonica, ci vorrebbero comunque migliaia di anni prima di riuscire ad assorbire, a livello oceanico, tutte le emissioni climalteranti antropiche e tornare ai livelli pre-industriali.