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La Cina si impegna a divenire carbon neutral prima del 2060

Dagli schermi dell'Assemblea generale ONU, il presidente cinese Xi Jinping promette di alzare l'impegno climatico nazionale e annuncia che il Paese raggiungerà il picco emissivo prima del 2030. Per farsi strada, poi, verso la completa neutralità climatica

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Credits: UN Photo/Eskinder Debebe

Una sfocata rivoluzione verde per la Cina

(Rinnovabili.it) – Punto di svolta per la politica climatica della Cina: il paese ha fissato per la prima volta un obiettivo di neutralità climatica. Ad annunciarlo è il presidente Xi Jinping nel suo discorso programmatico alla 75a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ieri, nella sala riunioni semi vuota del Palazzo di vetro, a New York, presidenti e capi di stato hanno preso la parola dagli immensi schermi installati, dando via al primo dibattito virtuale dell’assemblea ONU. Una cinque giorni di streaming e discorsi pre-registrati per affrontare temi quali la pandemia di COVID-19, l’intolleranza, le disuguaglianze, i cambiamenti climatici, la povertà, la fame, i conflitti armati e altre sfide globali.

Ed è stata proprio la questione climatica l’argomento cardine del discorso programmatico del presidente cinese. In una prima volta storica ma allo stesso tempo dai contorni poco definiti, Xi ha annunciato un obiettivo di decarbonizzazione a lungo termine, affermando che il paese raggiungerà il proprio picco d’emissioni nel 2030. E che diverrà carbon neutral prima del 2060. Per il più grande emettitore di gas serra al mondo e storicamente una delle potenze più recalcitrati nei confronti di impegni climatici condivisi, non è un annuncio di poco conto.

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“La Cina aumenterà i suoi contributi determinati a livello nazionale (NDC) adottando politiche e misure più vigorose”, ha detto Xi rivolgendosi all’assemblea ONU ed esortando tutti i paesi a perseguire una ripresa verde dell’economia mondiale nell’era post-COVID”. Ma la dichiarazione ha anche un chiaro intento politico.

Il presidente cinese ha preso la parola, infatti, dopo Donald Trump che nel suo video preregistrato ha criticato ancora una volta l’accordo sul clima di Parigi (da cui gli USA sono pronti a uscire) e attaccato la Cina in quanto più grande inquinatore al mondo. Per Li Shuo, un esperto di diplomazia climatica a Greenpeace, l’annuncio della Repubblica popolare è stata “chiaramente una mossa audace e ben calcolata […] Dimostra il costante interesse di Xi a sfruttare l’agenda sul clima per scopi geopolitici”.

Un’analisi condivisa anche dagli esperti di Wood Mackenzie. Secondo Alex Whitworth “l’annuncio è stato inquadrato come una risposta diretta alla pandemia di coronavirus e alla posizione più recalcitrante dell’amministrazione Trump nei confronti dell’accordo di Parigi”. Ma come fa notare la stessa società di ricerca, rimangono ancora grandi domande. “In primo luogo, la definizione cinese di carbon neutrality non è chiara, spiega Gavin Thompson. “Inoltre, non è stata offerta alcuna tabella di marcia su come ciò sarà realizzato. Il 2060 è un periodo molto lungo e devono ancora essere annunciati passi concreti immediati. Tuttavia il prossimo 14 ° piano quinquennale della Cina ha il potenziale per essere il documento più importante nella storia del mercato energetico globale”.

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