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La cattura diretta dall’aria di CO2? Sarà indispensabile per rispettare il Paris agreement

Un rapporto della Energy Transitions Commission avverte che con le sole politiche di decarbonizzazione sforeremo il budget di carbonio residuo di 70-225 GtCO2 nei prossimi 30 anni. Per evitare questo scenario è necessario usare tutte le strategie di rimozione della CO2 dall’aria, dagli offset tramite riforestazione alle tecnologie DAC

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

BECCS e biochar necessari insieme alla cattura diretta dall’aria di CO2

(Rinnovabili.it) – Le rinnovabili da sole non bastano: per restare entro gli 1,5 gradi di riscaldamento globale non si potrà fare a meno di togliere CO2 dall’atmosfera. Usando una combinazione di tutti gli strumenti a disposizione: le soluzioni naturali ma anche quelle artificiali, come la tecnologia DAC (cattura diretta dall’aria di CO2). Se messe in campo insieme a una decarbonizzazione a ritmo accelerato, consentiranno al Pianeta di avere il 50% di probabilità di non sforare la soglia più ambiziosa dell’Accordo di Parigi.

È il risultato a cui arriva il rapporto Mind the gap: How Carbon Dioxide Removals Must Complement Deep Decarbonisation to Keep 1.5°C Alive dell’Energy Transitions Commission, pubblicato oggi. Lo studio etichetta come troppo ottimista la stima sul budget di carbonio residuo globale fornita dall’Ipcc, cioè 500 Gt CO2. Con politiche climatiche molto ambiziose, le emissioni cumulate tra 2020 e 2050 andrebbero da 570 a 720 Gt CO2. E anche le strategie di decarbonizzazione più spinte, sottolineano gli autori, non riuscirebbero a portare a zero le emissioni lorde entro metà secolo.

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Su questo sfondo, l’Energy Transitions Commission stima che sia necessario rimuovere dall’atmosfera tra le 70 e le 225 Gt di anidride carbonica nei prossimi 30 anni. Tutte le soluzioni disponibili devono essere usate congiuntamente per ottenere un’alta probabilità di centrare il target degli 1,5°C. Oltre alle soluzioni naturali, come i progetti di riforestazione, sono indispensabili anche soluzioni ingegneristiche come la cattura diretta dall’aria di CO2. Ma anche soluzioni ibride, come BECCS e biochar (carbone vegetale ottenuto da pirolisi di biomassa).

“Uno scenario credibile suggerisce che queste soluzioni potrebbero fornire insieme 165 Gt di CO2 di rimozione da qui al 2050, e un flusso continuo ben al di sopra dei 3-5 Gt di CO2 all’anno che probabilmente saranno necessarie”, si legge nel rapporto. Per arrivare a questa scala, lo studio mette in guardia: servono investimenti nell’ordine di 200 miliardi di dollari l’anno, circa lo 0,25% del Pil globale.

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