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Le città sono pronte ad affrontare i cambiamenti climatici?

Troppo poco, e troppo tardi. Ancora metà delle città sondate dal Carbon Disclosure Project non ha un piano sul clima, e il 25% non ha risorse a sufficienza per finanziare misure di mitigazione e adattamento. Pochi gli impegni a breve termine

Cambiamenti climatici: mitigazione e adattamento nei centri urbani, il rapporto CDP
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Il rapporto di CDP sulla resilienza dei centri urbani di fronte ai cambiamenti climatici

(Rinnovabili.it) – Quasi la metà delle città non ha un piano per il contrasto dei cambiamenti climatici. E circa una città su quattro non dispone delle risorse finanziarie sufficienti per mettere in campo li interventi di mitigazione di cui avrebbe bisogno. E’ la fotografia scattata da un sondaggio condotto su 800 centri urbani in tutto il mondo da parte di Carbon Disclosure Project.

Nel rapporto “Cities on the route to 2030. Building a zero emissions, resilient planet for all”, CDP fa il punto sullo stato di preparazione delle città di fronte ai cambiamenti climatici. Una minaccia che riguarda da vicino e in modo pressante la stragrande maggioranza dei centri urbani considerati nell’analisi: il 93%.

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Sono solo 148 le città che dichiarano di avere degli obiettivi climatici allineati con il target degli 1,5°C deciso con l’accordo di Parigi. Ma appena una cinquantina hanno fissato anche degli obiettivi intermedi, che permetterebbero di stimolare l’azione climatica già nel breve e medio periodo. D’altro canto non traspare un senso di urgenza, dalle misure adottate: se pochi si impegnano nell’immediato, quasi tutti (l’87%) inseriscono la sostenibilità – variamente definita – nei loro piani regolatori o hanno in programma di farlo nei prossimi due anni.

Eppure i centri urbani sanno quali sono i loro punti deboli e quanto sono esposti al climate change: a chi ha messo in campo un piano, va aggiunto un 59% di città che hanno condotto una valutazione della loro vulnerabilità al cambiamento climatico. Anche su questo punto, però, ci sono criticità rilevanti: meno della metà di chi ha mappato i suoi problemi non ha considerato lo stress idrico. Eppure l’acqua è uno dei temi cardine per buona parte degli interventi di mitigazione e di adattamento.

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Proprio su questi ultimi il rapporto accende i riflettori: siamo quasi all’anno zero. Perché? Per Kyra Appleby, direttore globale di CDP, “l’adattamento è più complicato da finanziare rispetto all’azione sulle emissioni. Ci sono enormi vantaggi dall’adattamento e dalla resilienza, ma non compaiono in bilancio. Solo una frazione della spesa per la ripresa viene destinata al cambiamento climatico, e ancor meno all’adattamento”.