La scorsa settimana è stato superato il record del 2016, quando le acque superficiali degli oceani di tutto il mondo avevano registrato in media 21 gradi. Negli ultimi decenni si registra un aumento costante
Gli ultimi 4 anni hanno avuto temperature sempre superiori alle 2 deviazioni standard sulla media 1982-2011
(Rinnovabili.it) – Nei primi 6 giorni di aprile, la temperatura superficiale degli oceani in tutto il mondo non è mai stata così alta da quando esistono rilevazioni sistematiche via satellite. Scatenando ondate di calore marino concomitanti. Secondo i dati della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) statunitense, il caldo record degli oceani ha toccato una temperatura media di 21,1°C. Appena un decimo di grado sopra il primato precedente del 2016, l’ultimo anno fortemente influenzato da El Niño. Ma ben più di due deviazioni standard sopra la media del periodo 1982-2011.
50 anni di caldo record degli oceani
Prima d’ora non avevamo mai superato la soglia dei 21 gradi. Ma guardando i dati si vede una marcia di avvicinamento costante negli ultimi decenni. Gli anni ’80 sono sempre rimasti sotto quota 20,5°C, temperatura sfiorata nel 1988. Il decennio successivo in media si è tenuto in linea col precedente, ma il 1998 si è posizionato molto oltre la media ed è arrivato a 20,6°C a marzo.
2003 e 2005 raggiungono quota 20,7°C mentre il resto del decennio sale complessivamente. La media degli anni ’10 è ampiamente sopra quota 20,5°C, con il record del 2016 già citato. Negli ultimi 4 anni, infine, la temperatura superficiale degli oceani è rimasta stabilmente sopra le due deviazioni standard rispetto ai valori medi del 1982-2011.
“Il recente ‘triplo tuffo’ della Niña è giunto al termine. Questo prolungato periodo di freddo stava abbassando le temperature medie globali in superficie, nonostante l’aumento dei gas serra nell’atmosfera”, spiega al Guardian Mike McPhaden, ricercatore della Noaa. “Ora che è finita, è probabile che il segnale del cambiamento climatico stia arrivando forte e chiaro”.
Secondo gli scienziati, valori del genere toccati quando la fase di El Niño è appena iniziata e la sua manifestazione conclamata non è attesa prima dell’autunno potrebbero portare a un anno eccezionale sia per il caldo record degli oceani sia per le temperature alla superficie terrestre.
Nel frattempo, il primo impatto osservabile sono le molte ondate di caldo marino che si stanno verificando in questi giorni. Oltre all’Artico, dove è in corso un’estesa ondata di caldo estremo, altre ondate da moderate a forti sono presenti nell’Oceano Indiano meridionale, nell’Atlantico meridionale, al largo dell’Africa nord-occidentale, intorno alla Nuova Zelanda, al largo del nord-est dell’Australia e dell’ovest dell’America centrale.