Per definire una strategia di riduzione delle emissioni di metano, è necessario disporre di dati più chiari. La Commissione Europea annuncia di voler colmare le lacune sul bilancio del metano, per definire degli standard e un sistema di certificazione del gas.
L’impatto del CH4 sul riscaldamento globale è superiore a quello della CO2. Ma senza un bilancio del metano, sarà difficile ridurre le emissioni.
(Rinnovabili.it) – La Commissione europea sta preparando una strategia per contenere le emissioni di metano dell’industria petrolifera e del gas, incluso il GNL importato dagli Stati Uniti. Tuttavia, ci vorrà del tempo (e soprattutto molti dati) per poter formulare una politica credibile, poiché il cosiddetto bilancio del metano è tutt’altro che una sfida semplice.
L’annuncio è arrivato da Kadri Simson, commissario europeo per l’Energia, che ha manifestato l’intenzione dell’esecutivo UE di concentrarsi su “una strategia per ridurre le emissioni di metano” come parte integrante delle priorità politiche dell’eurozona. Tempi e modalità, però, sono ancora tutti da definire, nonostante da molti anni i gruppi ambientalisti facciano pressione affinché i decisori politici prendano di petto la difficile questione delle emissioni di metano.
Il gas naturale, infatti, ha un impatto sul riscaldamento globale che è oltre 80 volte superiore a quello della CO2, secondo l’Environmental Defence Fund: le emissioni di metano prodotte dall’uomo sono riconducibili al 25% dell’aumento della temperatura terrestre e 1/3 di esse dipende dal settore petrolifero e del gas. Nonostante ciò, al metano sembra essere riconosciuta poca importanza in merito all’impatto sul cambiamento climatico, specie rispetto all’anidride carbonica. La ragione, in realtà, è piuttosto semplice: attualmente, non esistono strumenti e metodi per definire un bilancio del metano, vale a dire misurarne chiaramente le emissioni.
>>Leggi anche Cambiamenti climatici: ecco i nomi dei maggiori responsabili<<
Per questo motivo, senza dati attendibili, non può esistere una solida politica di riduzione del gas. Allo stato attuale, i funzionari non possono dire con precisione quanta metano venga emesso dall’industria petrolifera e del gas (sia nel punto di estrazione, sia a valle durante la lavorazione o il trasporto, quando il gas può fuoriuscire dalle condutture e dalle strutture di stoccaggio).
“Vi sono lacune abbastanza significative sul bilancio del metano che devono essere colmate”, ha dichiarato ad Euroactiv Peter Fraser, funzionario dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), e la stessa industria del gas ammette che esiste un vuoto di conoscenza. “Riconosciamo che c’è davvero bisogno di misurazioni migliori, soprattutto rispetto alle perdite di metano lungo la catena di approvvigionamento del gas”, ha affermato James Watson, segretario generale di Eurogas.
Uno dei maggiori punti ciechi d’Europa è il gas naturale liquefatto (GNL) importato dagli Stati Uniti. Una recente indagine di Bloomberg ha scoperto che i nuovi progetti di GNL approvati dall’amministrazione Trump potrebbero diffondere nell’aria l’equivalente di 78 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. Questi numeri, tra l’altro, non tengono conto delle emissioni causate dal trasporto del gas dalle zone di estrazione agli impianti di lavorazione, e quindi oltreoceano.
>>Leggi anche Dall’ESA, un’importante scoperta sul calcolo delle emissioni di metano<<
Per il momento, la Commissione Europea non sta prendendo pubblicamente una posizione su quali fonti di gas siano più inquinanti ma, secondo le fonti di Euroactiv, i funzionari dell’UE ritengono che l’impatto sul clima del gas di tubazione dalla Norvegia o dalla Russia sia nettamente inferiore di quello del gas americano proveniente da operazioni di fracking, che viene spedito in Europa su lunghe distanze utilizzando grandi navi cisterna per GNL.
Gli esperti del settore del gas, dunque, concordano sul fatto che per chiarire la situazione è necessario disporre di dati più chiari. Questo, però, non riguarda solo le misurazioni sul bilancio del metano, ma anche la possibilità di definire dei sistemi di certificazione sulla catena del valore. Secondo Thierry Bros, docente dell’Università di Harvard e advisor della Commissione Europea sulla normativa inerente al gas, sarà possibile usare i dati satellitari per rilevare e misurare le emissioni di metano derivanti dal settore produttivo del petrolio e del gas. In questo modo, l’UE potrebbe definire dei primi standard di prestazione delle emissioni in Europa, da impiegare nella definizione di in un sistema di certificazione. In questo modo, attraverso i suoi standard, l’eurozona sarebbe così in grado di accettare gas extra UE solo se soddisfa i criteri stabiliti.