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Atteso un crollo del volume dei ghiacciai su Everest e K2 

Le trasformazioni che interessano ghiacciai, neve e permafrost nella regione dell'Hindu Kush Himalaya sono senza precedenti e irreversibili

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Oltre 1,6 miliardi di persone dipendono dall’acqua dei ghiacciai della regione

(Rinnovabili.it) – La catena montuosa che comprende Everest e il K2, le due montagne più alte del mondo, potrebbe perdere fino al’80% del volume dei ghiacciai entro fine secolo. Sono dati scioccanti quelli diffusi dal nuovo rapporto del Centro Internazionale per lo Sviluppo Integrato della Montagna (ICIMOD), composto da esperti di otto nazioni. Il dossier rivela che le trasformazioni che interessano ghiacciai, neve e permafrost nella regione dell’Hindu Kush Himalaya (HKH) sono “senza precedenti e in gran parte irreversibili”.

Secondo le attuali traiettorie di emissioni, gli effetti del riscaldamento globale saranno devastanti per quest’area del mondo che dipende in misura molto importante dall’acqua della catena montuosa. Secondo le proiezioni, la copertura nevosa si ridurrà del 25% in scenari di emissioni elevate, togliendo portata ai fiumi più importanti come l’Amu Darya, l’Indo e l’Helmand. La neve contribuisce rispettivamente per il 75%, il 40% e il 77% al flusso di questi tre enormi arterie idriche. Anche il permafrost si sta ritirando, con probabile impatto negativo su frane e infrastrutture ad alta quota.

La scala del problema è immensa. L’Hindu Kush Himalaya si estende per 3.500 km attraverso Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cina, India, Myanmar, Nepal e Pakistan. 240 milioni di persone vivono intorno alla grande catena montuosa e dovranno fare i conti con questo cambiamento epocale. I flussi d’acqua nei 12 bacini fluviali dell’Hindu Kush Hymalaya raggiungeranno probabilmente il picco intorno alla metà del secolo, con conseguenze per oltre 1,6 miliardi di persone che dipendono da questa fornitura. Molte comunità montane utilizzano l’acqua dei ghiacciai e dei nevai per irrigare i raccolti. 

Negli ultimi vent’anni, i ghiacciai hanno perso acqua a un tasso fino al 65% superiore rispetto al decennio precedente, secondo la valutazione dell’ICMOD.
I problemi si sentiranno anche nella remota eventualità che i governi riescano a rispettare l’Accordo di Parigi. Evitare un riscaldamento globale superiore a 1,5°C o 2°C rispetto al periodo preindustriale apre comunque a scenari catastrofici. I ghiacciai in tutta la regione, infatti, perderanno dal 30% al 50% del loro volume entro il 2100.