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Gelo storico e blackout in Texas: colpa dell’Artico bollente

Le correnti polari ghiacciate si sono inoltrate fino al Texas e al confine con il Messico. E’ il vortice polare che devia dalla traiettoria normale, un fenomeno legato al cambiamento climatico

Artico: il gelo del Texas è causato dal riscaldamento globale
Foto di StockSnap da Pixabay

Il riscaldamento dell’Artico dietro l’ondata di gelo senza precedenti negli USA

(Rinnovabili.it) – La tempesta di gelo che investe in queste ore gli Stati Uniti? Colpa dell’Artico bollente. Ci sarebbe il riscaldamento globale, che sul Polo Nord si fa sentire anche 2 o 3 volte di più che in altre regioni del pianeta, all’origine dell’evento climatico estremo che sta congelando metà degli USA, dal Dakota al Texas. Qui 5 milioni di persone sono rimaste senza elettricità in uno dei blackout più pesanti della storia dello Stato, che ha già causato almeno 20 morti. Ma sono 200 milioni gli americani messi in stato d’allerta dalle autorità, praticamente 2 su 3.

Il surriscaldamento dell’Artico sarebbe il principale responsabile. Temperature più alte sulla calotta polare, infatti, favorirebbero il deflusso verso sud di masse d’aria fredda, che potrebbero quindi raggiungere latitudini alle quali, normalmente, non sono mai arrivate.

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“Le condizioni attuali in Texas sono storiche, certamente generazionali”, commenta al Guardian Judah Cohen, direttore di Atmospheric and Environmental Research. “Ma questo non può essere ignorato come se fosse del tutto naturale. Questo non sta accadendo nonostante il cambiamento climatico, è in parte dovuto al cambiamento climatico”.

Le temperature più alte sull’Artico cambiano la dinamica dei venti sul Polo Nord. Il primo impatto è sulle correnti a getto (jetstream), che iniziano a deviare dalle traiettorie normali. Questo, a cascata, provoca uno slittamento anche del vortice polare, cioè quelle correnti di aria fredda che si muovono in circolo al di sopra dell’Artico a quote superiori a quelle delle correnti a getto. Così possono deviare e spingere l’aria ghiacciata a latitudini più meridionali.

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Secondo Jennifer Francis, scienziato del Woodwell Climate Research Center, “il vortice polare può allungarsi, prendere forme diverse e persino dividersi. Abbiamo assistito a una grande interruzione quest’anno”. Già nel 2018 gli scienziati del clima avevano lanciato l’allarme per un possibile collasso del vortice polare. In quell’occasione le temperature sull’Artico avevano raggiunto livelli record. Fino a 35°C sopra le medie storiche in Siberia, 61 ore continuative sopra lo zero registrate in Groenlandia, più del triplo di quanto visto nell’intero anno precedente.