Il bilancio dei morti, mercoledì notte, ha raggiunto quota 306. In 48 ore è caduta metà della pioggia di un anno intero. Pesantissimo anche il conto dei danni materiali. L’evento non è una tempesta tropicale ma del maltempo causato dal fenomeno meteorologico locale cut-off low (COL)
L’alluvione in Sudafrica ha colpito la provincia orientale di KwaZulu-Natal
(Rinnovabili.it) – La città di Durban e l’intera provincia orientale di KwaZulu-Natal sono alle prese con forti inondazioni che hanno devastato l’area. Altissimo il numero dei morti: l’alluvione in Sudafrica finora ha causato 306 decessi, ma il conto potrebbe continuare a salire man mano che i soccorsi continuano a operare. “Questo disastro fa parte del cambiamento climatico. Ci sta dicendo che il cambiamento climatico è serio, è qui” ha detto il presidente Cyril Ramaphosa ieri, visitando alcune delle aree colpite. “I ponti sono crollati. Le strade sono crollate. La gente è morta. Questa è una catastrofe di proporzioni enormi”.
Qual è esattamente il ruolo del cambiamento climatico nell’intensità dell’alluvione in Sudafrica resta da stabilire. Ma le piogge che si sono abbattute sull’area sono certamente le più copiose da 60 anni a questa parte. Su alcune parti della provincia sono caduti 450 millimetri di pioggia in 48 ore, praticamente metà della pioggia che scende in un anno su Durban.
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La regione sud-orientale dell’Africa è spazzata regolarmente, in questi mesi, da tempeste e cicloni tropicali che si formano nell’oceano Indiano. E che oggi sono più intensi e frequenti a causa del cambiamento climatico. Ma dietro l’alluvione in Sudafrica non ci sono questi fenomeni. C’è invece un sistema meteorologico noto come cut-off low (COL), un sistema di bassa pressione che ha portato pioggia e freddo in gran parte del paese. Quando però le tempeste hanno raggiunto il clima più caldo e umido della provincia di KwaZulu-Natal, si è riversata ancora più pioggia.
A livello locale, per ogni aumento di 1 grado di temperatura dell’atmosfera, l’umidità dell’aria cresce in media del 7%. Questo può aumentare l’intensità delle precipitazioni: più acqua c’è in sospensione in aria, più acqua può scendere sotto forma di pioggia. Si tratta di un fenomeno che si verifica in tutto il mondo e che, per esempio, ha contribuito ad aggravare il bilancio del Medicane Apollo che ha colpito la Sicilia orientale tra Catania e Siracusa lo scorso ottobre.
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