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Alluvione in Libia, il climate change l’ha resa 50 volte più probabile

Il clima 1,2°C più caldo rispetto all’epoca pre-industriale ha portato a volumi di acqua caduti sulla città libica di Derna superiori del 50% alla norma

Alluvione in Libia: il climate change l’ha resa 50 volte più probabile
Maherlink, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

La valutazione del team di scienziati della World Weather Attribution

(Rinnovabili.it) – L’alluvione in Libia che ha causato finora almeno 11.000 morti accertati, oltre 10.000 dispersi e più di 40.000 sfollati è stata resa 50 volte più probabile e il 50% più intensa dalla crisi climatica. Lo afferma uno studio della World Weather Attribution, un team internazionale di scienziati che analizzano l’influenza del climate change sui principali eventi estremi nel mondo.

Un ruolo importante, anche se certo non l’unico fattore che ha portato al disastro del 10 settembre, la peggior catastrofe naturale vissuta dal paese in epoca recente. Oltre all’impatto della crisi climatica sull’intensità della tempesta Daniel, infatti, nella dinamica dell’alluvione in Libia che ha spazzato via interi quartieri della città di Derna, nell’est, è stata cruciale la rottura di due dighe situate direttamente a monte.

Tuttavia, anche sulle infrastrutture un ragionamento sul clima che cambia merita il suo spazio. “Oltre alla mancanza di manutenzione, le dighe di Al-Bilad e Abu Mansour furono costruite negli anni ’70, utilizzando registrazioni di precipitazioni relativamente brevi, e potrebbero non essere state progettate per resistere a un evento piovoso da 1 su 300 a 600 anni” come quello verificatosi a Derna, scrivono gli scienziati.

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Una criticità, questa, che accomuna gran parte delle infrastrutture a livello globale, il più delle volte pensate in e per un mondo circa 1,2°C più fresco di quello attuale. Di fronte a questo rischio crescente rappresentato dalla tendenza delle piogge estreme a diventare più intense e frequenti si può agire in via preventiva senza interventi lunghi e onerosi di modifica delle infrastrutture stesse.

Secondo la World Weather Attribution, infatti, benché “sarà necessaria una valutazione completa a posteriori che esamini i criteri di progettazione delle dighe per comprendere la misura in cui la progettazione delle dighe e la mancanza di successiva manutenzione hanno contribuito al disastro”, bisogna sottolineare che “i cedimenti catastrofici delle dighe e i loro impatti possono essere limitati attraverso protocolli di riduzione del rischio che includono il monitoraggio in tempo reale delle previsioni, dei volumi d’acqua e dei sistemi di allarme che avvisano coloro che si trovano a valle di possibili cedimenti e della necessità di evacuare”.

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