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Adattamento urbano ai cambiamenti climatici? In Europa più parole che fatti

L'Agenzia europea dell'Ambiente presenta lo status quo dell'adattamento climatico a livello di governo locale.

Adattamento urbano
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Più spazi verdi e una pianificazione ragionata aiuterebbero ad accelerare l’adattamento urbano

(Rinnovabili.it) – Le azioni di adattamento urbano attualmente pianificate e messe in atto in Europa a livello locale sono principalmente finalizzate allo sviluppo di conoscenze e consapevolezza. Sul piano pratico le misure materiali sono davvero poche. A rivelarlo è il nuovo report dell’Agenzia europea dell’Ambiente, che presenta una panoramica dei rischi climatici per le città, le azioni di contrasto, la portata della pianificazione e le opportunità per accelerare ulteriormente gli sforzi.

Il dato incontrovertibile è che predisporre una risposta adeguata effetti del clima è una necessità impellente per le città del Vecchio Continente. Sia perché oggi ospitano il 75% degli europei, sia perché il modo in cui attualmente pianifichiamo e costruiamo i centri urbani è insostenibile e rischioso.

Basti pensare che molte delle principali città europee si trovano in pianure alluvionali, ecosistemi fondamentali ma fortemente degradati dall’uomo. Queste pianure svolgono, infatti, un ruolo da cuscinetto naturale: durante le piogge abbondanti, forniscono all’acqua più spazio, impedendo la formazione di onde alte e veloci nei fiumi; durante le stagioni secche, rilasciano lentamente le risorse idriche che hanno immagazzinato, mitigando i peggiori effetti della siccità. Ma l’urbanizzazione – soprattutto in Paesi come Austria, Olanda, Slovacchia e Slovenia – sta portando al prosciugamento di queste zone cuscinetto. A ciò va aggiunta la pressante e continua cementificazione, la progressiva riduzione degli spazi verdi urbani e anche la persistenza nel realizzare zone abitate a ridosso aree soggette a frane o incendi. Tutti elementi che aumentano la vulnerabilità delle città anziché diminuirla.

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Il rapporto “Adattamento urbano in Europa: come le città e i paesi rispondono ai cambiamenti climatici” fornisce lo stato di avanzamento dei lavori sia a livello comunitario che locale. E rivela che spesso alle parole non seguono azioni. Sebbene molte autorità abbiano compreso l’importanza di diventare resilienti ai cambiamenti climatici, i progressi nella pianificazione dell’adattamento rimangono lenti. L’attuazione delle misure di protezione e risposta anticipata, così come il monitoraggio dei successi sono ancora più lenti. 

Servono, ad esempio, spazi verdi per ridurre gli impatti delle ondate di calore o sistemi fognari in grado di far fronte alle inondazioni improvvise. L’AEA indica anche allarmi tempestivi, sensibilizzazione e soluzioni basate sulla natura come azioni di adattamento efficaci ed efficienti in termini di costi. Una lunga lista di soluzioni praticabili ma che vengono ancora attuate a singhiozzo sul territorio europeo.

“L’adattamento urbano è necessario anche dal punto di vista economico”, aggiunge l’Agenzia. “Le aree cittadine sono centri economici chiave che ospitano industria e servizi. È necessaria un’azione concertata a tutti i livelli di governance – dall’UE al nazionale al locale – per sostenere l’adattamento urbano attraverso un migliore accesso alla conoscenza e ai finanziamenti, l’impegno politico e l’impegno della comunità e l’integrazione dell’adattamento in tutte le aree”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.