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Nel 2020 l’Italia è stata più calda di 1,5 gradi, aumentano gli eventi meteo estremi

Ci sono stati 101 casi di allagamenti da piogge intense; 80 casi di danni da trombe d'aria, 19 esondazioni fluviali, 16 danni alle infrastrutture, 12 casi di danni da siccità prolungata, 10 di frane causate da piogge intense. Il nuovo rapporto di Legambiente sul rischio climatico nelle città: è arrivato “il tempo delle scelte. Non sprechiamo le risorse che l'Europa ci metterà a disposizione. Il Recovery plan metta l'adattamento al clima di città e territori al centro delle priorità”.

 eventi meteo estremi
Foto di WikimediaImages da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Nel 2020 in Italia più caldo e precipitazioni sopra la media soprattutto in estate. In aumento anche gli eventi estremi con 239 fenomeni meteorologici intensi e 20 vittime. Preoccupa il fenomeno delle trombe d’aria in forte crescita. Questo il quadro dipinto dall’Osservatorio ‘CittàClima’ di Legambiente, realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol e con il contributo scientifico di Enel foundation; nel rapporto si traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito l’Italia nel 2020, il tutto raccolto in una mappa interattiva del rischio climatico nelle città italiane (https://cittaclima.it/).

Per Legambiente è arrivato “ora il tempo delle scelte. Non sprechiamo le risorse che l’Europa ci metterà a disposizione. Il Recovery plan metta l’adattamento al clima di città e territori al centro delle priorità”.

Il 2020 – racconta Legambiente – verrà ricordato per essersi piazzato al terzo posto nella classifica degli anni più caldi, con il mese di novembre come secondo più caldo dal 1880. Ed è “preoccupante” anche l’allarme lanciato dal rapporto sullo Stato del Clima Globale 2020 dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite, la Wmo, secondo cui c’è il 20% di probabilità che supereremo la soglia degli 1,5 gradi centigradi di riscaldamento globale già nel 2024.

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Secondo l’analisi “l’anomalia termica complessiva è stata di più 1,5 gradi centigradi, la sesta più elevata degli ultimi 60 anni. Ci sono stati 101 casi di allagamenti da piogge intense; 80 casi di danni da trombe d’aria, 19 esondazioni fluviali, 16 danni alle infrastrutture, 12 casi di danni da siccità prolungata, 10 di frane causate da piogge intense. A livello nazionale sono mancate all’appello il 60% delle precipitazioni”, e secondo Meteo Expert-Meteo.it “la prima metà della primavera meteorologica, ossia il periodo tra l’inizio di marzo e la metà di aprile, è stata decisamente avara di pioggia”. In base ai nuovi dati dell’Osservatorio ‘CittàClima’, in Italia “dal 2010 al 28 dicembre 2020 sono 980 i fenomeni meteorologici che hanno provocato danni nel territorio italiano; 529 i Comuni dove si sono registrati eventi con impatti rilevanti, il 6,6% del totale.

Nello specifico si sono verificati 439 casi di allagamenti da piogge intense, 360 casi di danni ed interruzioni delle infrastrutture causati da piogge intense con 81 giorni di stop a metropolitane e treni urbani, 16 casi di danni al patrimonio storico, 39 casi di danni provocati da prolungati periodi di siccità, 265 eventi con danni causati da trombe d’aria, 22 casi di frane causate da piogge intense, 87 giorni di blackout elettrici e 125 gli eventi causati da esondazioni fluviali”. Rilevante è “il tributo che continuiamo a pagare in termini vite umane e di feriti: 255 le persone vittime del maltempo dal 2010 ad oggi. A questo si aggiunge l’evacuazione di oltre 50mila persone a causa di eventi quali frane e alluvioni”. Tra i casi più rilevanti del 2020, Legambiente ricorda l’alluvione del 16 luglio che ha colpito Palermo; Milano vittima delle esondazioni del Seveso il 15 maggio ed il 24 luglio; Roma il 23 settembre; il 21 novembre a Crotone, in Calabria, in un’ora sono caduti 200 millimetri di pioggia; il 28 novembre in Sardegna una violenta alluvione ha colpito il nuorese.

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“L’Italia è ancora tra i pochi Paesi dell’Unione europea a non disporre di un piano d’adattamento al clima e a continuare la rincorsa ai danni anziché puntare sulla prevenzione – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – non c’è più tempo perdere, è ora di intervenire per contrastare la crisi climatica. Il governo abbia il coraggio di mettere al centro del Piano nazionale ripresa e resilienza l’adattamento al clima di città e territori; non sprechiamo le risorse che l’Europa ci metterà a disposizione per uscire dalla crisi del Covid”.