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Il business dell’idroelettrico fa male all’ambiente

Nei balcani stanno esplodendo i progetti di piccolo e medio idroelettrico. Sotto i 10 MW non serve valutazione di impatto ambientale, e la biodiversità ne risente

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Biodiversità in pericolo a causa dell’idroelettrico

 

(Rinnovabili.it) – Il boom dell’idroelettrico nei Balcani sta dando il colpo di grazia alla biodiversità acquatica e montana. Una nuova ricerca di Fluvius, società di consulenza per progetti delle Nazioni Unite, mostra l’aumento del 300% degli impianti nella zona occidentale della regione, pari a 2800 dighe attualmente in cantiere nella fascia tra Slovenia e Grecia. Più di un terzo, spiegano gli esperti, verrà costruito in aree protette come parchi nazionali o siti Natura 2000. Le acque sono già state deviate o canalizzate in 187 siti, rispetto agli appena 61 del 2015.

Ulrich Eichelmann, il direttore della ONG RiverWatch, che ha commissionato il documento, ha affermato che nonostante la piccola scala della maggior parte dei progetti – spesso avviati su terreni montagnosi – ha avuto un impatto disastroso sulle specie animali e la  natura. Infatti, il 91% di quelli in costruzione prevedono una capacità installata inferiore a 10 megawatt (MW), per la quale non è richiesta alcuna valutazione dell’impatto ambientale (VIA).

«Questi impianti sottraggono l’acqua al fiume e la convogliano in condutture, lasciando dietro di sé canali vuoti – ha deunnciato Eichelmann – È una catastrofe per la popolazione locale e per l’ambiente. Per molte specie di pesci e insetti come le libellule e le farfalle, è la fine».

 

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Oltre alla vita acquatica, sostiene l’organizzazione, il boom delle dighe potrebbe anche minacciare gli esseri umani. Dal 2012, secondo uno studio finanziato dall’UE, i conflitti tra le grandi compagnie energetiche e i piccoli agricoltori sono culminati in due tragedie: un omicidio e un tentato omicidio. In Albania, sono state registrate tre morti sul lavooro e dozzine di arresti legati alle proteste contro i progetti idroelettrici.

Per ora, infatti, l’Albania è infatti il cuore pulsante del business nella regione: entro i suoi confini vi sono ben 81 dighe in costruzione, tra cui 10 su 13 con capacità tra 10 e 50 MW e 2 su 3 con capacità superiori a 50 MW. Seguono Serbia, Macedonia e Bosnia-Erzegovina, con 71 impianti idroelettrici. La Serbia ha altri 826 progetti sul tavolo, che la faranno presto balzare in testa alle classifiche.