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UK: clima, il grande escluso dall’ente ambientale post Brexit

Secondo i critici, i piani pubblicati dal governo britannico non rispettano le principali normative ambientali e indeboliscono le protezioni attualmente in vigore

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Troppe incognite su clima e ambiente nel post Brexit

(Rinnovabili.it) – Il governo del Regno Unito ha escluso il cambiamento climatico dalle competenze della futura autorità di controllo ambientale istituita per il post-Brexit. È quanto emerge dall’Environmental Principles and Governance after EU Exit, il documento di consultazione pubblicato in questi giorni dal dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali (DEFRA). Il testo delinea i piani per istituire un “nuovo, indipendente e all’avanguardia cane da guardia ambientale”, l’ente che si farà carico di portare avanti ambizioni e impegni presi dalla Gran Bretagna una volta abbandonata l’Unione Europea. “Questo nuovo organismo – spiega il DEFRA in una nota – lavorerà a fianco di una nuova dichiarazione politica che definirà i principi alla base di una policy sostenibile e di successo, segnando l’inizio di una nuova era per il nostro ambiente”. Sostituirà dunque il ruolo svolto oggi da diverse strutture comunitarie imponendo ai ministri di tener conto dei principi ambientali fondamentali.

 

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Ma il passaggio dal Blocco all’indipendenza non sembra fornire, almeno per ora, le sicurezze richieste da ambientalisti e la stessa UE. L’ente non sarebbe autorizzato a portare il governo in tribunale in caso di violazione delle leggi. Allo stato attuale, la Commissione europea può avviare procedure di infrazione contro gli Stati membri e, in definitiva, sanzionarli attraverso la Corte di giustizia europea. Quando il Regno Unito completerà la Brexit, un processo che dovrebbe concludersi entro la fine del 2020, non è chiaro chi possa assumere quel ruolo.

 

Senza contare che l’ente non coprirebbe in alcun modo le “questioni relative ai cambiamenti climatici”. Il motivo? Secondo il governo UK, i temi climatici sarebbero già ampiamente coperti da altri organismi, principalmente la Committee on Climate Change (CCC) e l’Adaptation Sub-Committee (ASC). Si tratta di due organismi istituiti con il Climate Change Act del 2008, legge che il DEFRA non ha problemi a definire più ambiziosa degli obiettivi europei. Peccato che sia lo stesso presidente della CCC, John Gummer, a sottolineare la debolezza del piano UK “Il nuovo cane da guardia deve avere il potere che ora abbiamo come membri dell’Unione europea: chiamare il governo a rendere conto”, ha spiegato Gummer. “Non c’è un tale potere nell’attuale documento di consultazione”.