Nonostante un boom degli incendi boschivi nel 2015, l’esecutivo sta promuovendo due leggi che rendono legale la deforestazione selvaggia
(Rinnovabili.it) – Il Brasile brucia, e la colpa è anche del cambiamento climatico. Ma soprattutto del governo, che ha in cantiere due leggi devastanti, capaci di legalizzare la deforestazione e farla schizzare alle stelle. Nel 2015, il Paese ha fatto registrare un numero eccezionalmente alto di incendi boschivi, sfiorando i tassi del 2010. I dati satellitari relativi allo scorso anno rilevano un aumento del 27,5% del fenomeno rispetto al 2014. Il numero totale dei roghi di foresta è 235.629, molto vicino al record di 5 anni prima (249.291). La maggior parte (100 mila) è concentrata in tre dei più grandi Stati: Pará, Mato Grosso e Maranhão.
Il dottor Alberto Setzer, coordinatore del Nucleo di incendi boschivi dell’Istituto di ricerca spaziale nazionale del Brasile che monitora la deforestazione (INPE), ha detto che «Questo è stato un anno con meno precipitazioni e più caldo rispetto alla media storica, in particolare nel centro del Paese, nel sud della regione amazzonica e in alcune zone del nord-est. In alcune zone le temperature registrate erano 4 °C al di sopra della media».
Condizioni che favoriscono la propagazione degli incendi, i quali tuttavia hanno a monte il dolo o la colpa umana: «È stata l’attività dell’uomo – ha confermato Setzer – per mancanza di attenzione o dolosa».
L’aumento degli incendi boschivi ha contribuito ad un picco del 16% della deforestazione lo scorso anno. Dati che sono in netto contrasto con l’impegno del Brasile alla COP21 di Parigi, conclusasi poco più di un mese fa. In quella sede, il Paese ha promesso di ridurre le emissioni di carbonio del 43% entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, il governo ha garantito che avrebbe azzerato la deforestazione illegale. Tuttavia, una gran fetta del fenomeno è stata legalizzata con le modifiche al codice forestale volute dal governo, che hanno condonato anni di mostruose ferite nella foresta.
Eppure l’esecutivo Rousseff sembra deciso a non fermarsi qui: due disegni di legge in discussione al Congresso sono anche peggiori, se possibile, del magheggio sul codice forestale. Se diventeranno legge, infatti, faranno crescere ancor più notevolmente la deforestazione “legale”.
– Il primo abolisce il divieto di progetti infrastrutturali all’interno dei territori indigeni: sarà sufficiente comprarli con un valore pari al 2% di quello totale del progetto.
– Il secondo semplifica il sistema di autorizzazione ambientale per i progetti di grandi infrastrutture, come strade e dighe.
Oggi vengono richiesti studi ambientali, antropologici e archeologici dettagliati e audizioni pubbliche prima che un progetto riceva il via libera. Un sistema che verrà sostituito con una sorta di autocertificazione redatta dalle aziende stesse che intendono costruire gli impianti.