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Specie invasive, minaccia crescente a causa dei cambiamenti climatici

Una nuova ricerca avverte che, a causa del riscaldamento globale, le piante infestanti costituiranno una minaccia crescente per gli ecosistemi di Europa, America del Nord, Australia e Brasile

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Foto di Marta Kulesza da Pixabay

Le specie invasive vegetali non sono controllate e spesso non vengono nemmeno menzionate nei report sulla tutela ambientale 

(Rinnovabili.it) – Le specie invasive vegetali rappresentano una minaccia per tutti gli ecosistemi. Dannose per l’agricoltura, la produttività globale e la biodiversità, le piante infestanti stanno ponendo una sfida sempre più ardua man mano che il riscaldamento globale e la concentrazione di gas serra aumentano.

Il problema non tocca però tutte le nazioni allo stesso modo. Secondo una ricerca condotta da Farzin Shabani e colleghi dell’Università di Flinders, in Europa, USA, Brasile e Australia la concentrazione delle specie invasive vegetali aumenterà significativamente entro il 2050.

Studiando 32 specie di piante infestanti (IWS), il team ha valutato se i cambiamenti climatici siano in grado di portare a differenti distribuzioni delle stesse, vista la loro tendenza a diffondersi in modo incontrollato negli ambienti naturali sostituendo le specie autoctone. “Abbiamo lavorato – chiarisce Shabani – per valutare le potenziali alterazioni (che si tratti di surplus, di perdita o di staticità) nel numero di probabili invasioni nelle eco-regioni da parte di IWS in scenari di cambiamento climatico”, utilizzando tutte le possibili concentrazioni di gas serra per esaminare una serie di risultati plausibili”. 

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Modellando l’attuale idoneità climatica dei differenti habitat per ciascuna delle specie di piante invasive studiate, il gruppo di ricerca ha definito quelle con una comune gamma spaziale di idoneità, proiettandola al 2050. Continua Shabani: “nelle future condizioni climatiche i nostri risultati prevedono una riduzione su scala globale […] ma questo esclude, e il dato è significativo, i paesi europei, il nord del Brasile, gli Stati Uniti orientali e l’Australia sud-orientale, tutte regioni agricole altamente produttive”.

Quindi, nonostante le proiezioni future indichino “un tasso decrescente nella minaccia da specie invasive in vaste aree del mondo, molte tra queste specie hanno ancora oggi un potenziale di espansione” e continuano a rappresentare “una minaccia per gli habitat nelle condizioni climatiche sia attuali che future”.

Lo studio, pubblicato su Ecological Indicators, ha anche scoperto che attualmente i tentativi di eradicarle sono inadeguati. Come sottolinea Shabani, le piante infestanti sono menzionate molto raramente negli studi sulla biodiversità e non esistono nemmeno “controlli nazionali completi sulle specie invasive”. Per il gruppo di ricerca è quindi fondamentaleun piano nazionale per la prevenzione e l’individuazione tempestiva, unito a un quadro politico coerente, a un piano monitoraggio, a un fondo per la ricerca strategica e a un programma di formazione e azione”. 

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