La Corte di Strasburgo ha dato ragione alla Commissione europea. Al bando imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam. Esultano gli ecologisti per un altro passaggio importante della sentenza: l’esecutivo UE può usare legittimamente i rapporti dell’Efsa anche se non sono ancora stati validati dai paesi membri. Che non potranno più usare questo escamotage per ritardare le decisioni
I pesticidi neonicotinoidi danneggiano gli impollinatori
(Rinnovabili.it) – La Corte europea di giustizia ha dato ragione alla Commissione europea nel contenzioso con Bayer. I tre pesticidi neonicotinoidi imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam del colosso dell’agrichimica sono dannosi per le api e quindi è lecito restringerne l’uso. Si chiude così una vicenda iniziata ormai nel 2013, quando l’esecutivo europeo aveva iniziato a muovere i primi passi in questa direzione.
Nel dicembre 2013 era entrato in vigore un divieto parziale riguardante tre colture, quella di mais, di girasole e di colza. Tuttavia l’utilizzo dei pesticidi a base di queste sostanze era ancora tollerato all’interno di serre e per i cereali invernali, fino a quando a febbraio 2018 un rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non ha rilevato la pericolosità per le api da parte di questi tre insetticidi neonicotinoidi. Nell’aprile di 3 anni fa l’UE aveva finalmente trovato la quadra e gli allora 28 capi di Stato avevano dato il loro assenso all’unanimità per mettere al bando i 3 pesticidi neonicotinoidi prodotti dalla Bayer, tra i prodotti più diffusi al mondo. L’azienda tedesca aveva presentato ricorso, rigettato adesso dalla corte suprema europea.
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I neonicotinoidi sono una classe di pesticidi chimicamente simili alla nicotina e colpiscono gli insetti. In particolare gli impollinatori che sono fondamentali per la riproduzione delle piante e delle colture. Negli ultimi anni i neonicotinoidi e i pesticidi che li contengono sono stati criticati per aver contribuito al declino delle api interrompendo il loro senso dell’orientamento, la memoria e le modalità di riproduzione.
La sentenza della corte di Strasburgo segna poi un secondo punto molto importante, che fa festeggiare le organizzazioni ambientaliste. Il tribunale ha stabilito che la Commissione UE può utilizzare i rapporti dell’Efsa anche se non sono ancora stati validati dal Consiglio europeo, dove ogni Stato ha di fatto potere di veto. Questo significa che i paesi che più si oppongono all’adozione di un principio di precauzione si ritrovano con la loro arma principale spuntata.
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“L’industria e diversi Stati membri favorevoli ai pesticidi continuano a spingere per ritardare le decisioni per limitare i pesticidi tossici in Europa, sulla base del fatto che le nuove linee guida non sono concordate dagli Stati membri dell’UE”, spiega Martin Dermine di Pesticide Action Network Europe. Per Andrea Carta di Greenpeace “la Corte di giustizia ha ribadito che la protezione della natura e della salute delle persone ha la precedenza sugli interessi economici ristretti di potenti multinazionali e che il principio di precauzione è una pietra angolare del diritto dell’UE. Ciò significa che l’UE ha la responsabilità e il potere di garantire la sicurezza di tutti i pesticidi, sostanze chimiche, colture GM e altri prodotti e sostanze pericolosi”.