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Nonostante COVID-19, la deforestazione amazzonica aumenta senza sosta

Nonostante gli impatti economici della pandemia di coronavirus, le attività di disboscamento in Brasile sono aumentate raggiungendo il livello più alto mai registrato dall'aprile 2008. I dati ufficiali dell’INPE, l’istituto di ricerca spaziale nazionale brasiliana

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Aumenta la deforestazione amazzonica in Brasile: da inizio 2020, bruciati 796 km quadrati di foresta pluviale

(Rinnovabili.it) – La deforestazione dell’Amazzonia brasiliana continua ad aumentare e nemmeno la crisi economica dovuta alla pandemia da COVID-19 pare fermarla. Nonostante il rallentamento del ​​commercio globale e il crollo dei prezzi di molte materie prime, la deforestazione amazzonica in Brasile ha raggiunto il livello più alto mai registrato dal 2008.

A confermarlo è oggi l’INPE, l’istituto di ricerca spaziale nazionale brasiliano. Secondo i dati del suo sistema di monitoraggio DETER, solo nel mese di marzo sono stati disboscati 327 km quadrati di foresta pluviale. Nel complesso, da inizio 2020 sono andati persi 796 km quadrati, il 55% in più rispetto a un anno. Una cifra che fa salire a 5.200 km quadrati l’area totale disboscata dal 1 agosto 2019 a oggi.

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Pare infatti che i taglialegna e gli speculatori illegali stiano utilizzando a loro vantaggio la crisi da COVID-19. Crisi che ha spinto anche IBAMA, l’agenzia brasiliana di protezione ambientale, a ridurre i controlli sul campo. In questo senso si inserisce la denuncia presentata alle autorità da un gruppo di Karipuna per la deforestazione in atto all’interno della loro riserva in Rondônia. Ma non è tutto, perfino il remoto territorio degli Yanomani, la più grande riserva brasiliana, è in pericolo a causa dei minatori d’oro illegali che hanno portato con sé anche il nuovo coronavirus, visto il primo caso nell’area protetta di un adolescente indigeno che ha contratto COVID-19, e ne è morto. 

Va ricordato, però, che l’aumento della deforestazione nell’Amazzonia brasiliana precede l’emergere di COVID-19: è dal 2012 che si espande senza sosta, con un peggioramento notevole dall’elezione di Jair Bolsonaro a gennaio 2019. Il presidente brasiliano ha scelto di ridurre i fondi per le forze dell’ordine ambientali, ha concesso l’amnistia ai deforestatori illegali e chiesto una riduzione dell’estensione delle aree protette e dei territori indigeni. Benché gli scienziati abbiano avvertito che le sue politiche potrebbero alterare tanto profondamente l’Amazzonia da renderla un territorio più simile a una savana che a una foresta pluviale, le stime INPE rilevano che la deforestazione amazzonica non si ferma.

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