Una nuova ricerca indica come la riduzione delle falciature e del traffico, dovuti ai blocchi legati alla crisi da Covid-19, potrebbe aiutare il ripristino degli ecosistemi vegetali urbani
Grazie alla riduzione dell’inquinamento e delle falciature dovute a Covid-19, gli ecosistemi vegetali urbani potrebbero riprendersi
(Rinnovabili.it) – Per anni le piante e i fiori selvatici cittadini sono stati messi a dura prova dall’inquinamento atmosferico e della cattiva gestione urbana. Ma le misure di blocco attivate oramai in quasi tutto il mondo, potrebbero dare un po’ di respiro a questa natura “marginale”. A difenderla è oggi Plantlife, la più grande organizzazione europea per la conservazione dei fiori selvatici. L’associazione si batte da tempo nel Regno Unito contro la drastica riduzione delle specie vegetali che vivono lungo le strade o in aree urbane.
Questi ecosistemi, spesso mal gestiti e poco studiati, ospitano, secondo le stime di Plantlife, oltre 700 specie di fiori selvatici di cui 29 delle 52 specie di orchidee selvatiche. Le attività di falciatura primaverili unitamente ai livelli di smog ne stanno riducendo la crescita. Non solo. Gli sfalci lasciati sul terreno inibiscono la loro ricrescita, soffocando i germogli e incoraggiando invece la diffusione di ortiche e rovi, che prosperano grazie ai gas di scarico.
Trevor Dines, botanico di Plantlife, ha rilevato che “i bordi delle strade, un tempo colorati e botanicamente diversificati, ora stanno diventando macchie verdi dove solo poche specie invasive riescono a prosperare”.
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Fiori selvatici abbattuti prima della formazione dei semi
Negli ultimi anni, spiega Dines, “la cattiva gestione si è combinata con l’inquinamento, creando una ‘tempesta perfetta’. I consigli comunali hanno adottato politiche eccessivamente impazienti che abbattono i fiori prima che possano piantare i semi”. Ma sono state proprio le falciature municipali, a causa della crisi dovuta a Covid-19, ad essere tra i primi servizi ridotti se non addirittura sospesi. E gli ecosistemi vegetali urbani hanno già iniziato a riprendersi.
Per Dines, nonostante la preoccupazione dovuta a Covid-19, “se i consigli comunali cambieranno i loro metodi a causa della crisi, potrebbero trovare il sostegno pubblico, il che sarebbe positivo per il futuro”. Attualmente l’ente benefico sta chiedendo ai consigli comunali in Gran Bretagna di ritardare il taglio fino a fine agosto o all’inizio di settembre, quando le piante avranno avuto la possibilità di seminarsi. Kate Petty, responsabile della campagna Road Verge di Plantlife, ha concluso: “dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per salvare e proteggere queste aree sottovalutate, ma numerose. Fortunatamente risolvere il problema è sorprendentemente semplice: diminuire le falciature, cosa che salverà piante, denaro e ridurrà le emissioni. Dobbiamo cambiare noi stessi e accettare il meraviglioso “disordine” della natura”.
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