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Consapevolezza ambientale

Una riflessione sulla vulnerabilità del patrimonio naturale e sulla necessità di migliorare gli strumenti di protezione, nell'editoriale di Angelo Riccaboni

Consapevolezza ambientale
Credits: Luca Giudicatti – spiaggia rosa, isola di Budelli, Sardegna, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21470801

di Angelo Riccaboni

(Rinnovabili-it) – Solo quando l’acqua era assai bassa, le urla provenienti da una decina di visitatori correttamente posti oltre le protezioni e il fischietto di una guardia del Parco sono riusciti a fermare la giovane nuotatrice. Forse in buona fede, forse ansiosa di compiere una bravata,  la ragazza, dopo aver superato lo sbarramento ben poco difensivo delle boe gialle, stava infatti per  approdare su una delle spiagge più delicate delle nostre coste, quella di Budelli.

A quel punto, forse stupita o forse  spaventata per la reazione scatenata, la giovane ha deciso di tornare alle boe, per farsi raccogliere dal tender che l’avrebbe riportata al grande cabinato che l’aspettava poco distante.

Un piccolo episodio, che accade  più spesso di quello che vorremmo e che ci ricorda quanto  sia vulnerabile il nostro patrimonio naturale. Camminare su un eco-sistema così delicato come la spiaggia rosa provoca infatti un degrado che ne mette a repentaglio l’esistenza stessa. La ragazza probabilmente era ben conscia di dove si trovasse. Se lei non avesse saputo del divieto di scendere sulla spiaggia, lo avrebbe comunque dovuto sapere chi ce l’aveva trasportata in barca.

Allo stesso tempo, bisogna ammettere che una semplice fila di boe, le stesse utilizzate per delimitare in altre baie l’area riservata ai bagnanti, è ben poca cosa, se si vuole evitare ingressi indesiderati. Non si possono certamente costruire bunker, ma qualcosa di più esplicito potrebbe essere introdotto.

Quel che è più spiacevole, però, è la sensazione che non fossero disponibili meccanismi per bloccare e sanzionare tempestivamente simili atti. La fragile guardiana, infatti, non poteva far altro che soffiare nel fischietto e chiamare la Guardia costiera, di cui inevitabilmente non si è vista traccia nemmeno  dopo che la ragazza è sparita nella folla di barche al largo. Riuscire a bloccare fisicamente o identificare, anche a distanza, chi compie simili atti e la barca che lo ospita, facendogli magari perdere una giornata in caserma con qualche pesante ammenda, probabilmente avrebbe un riverbero tale da dissuadere qualsiasi vandalo.

Colpisce, allo stesso tempo, la reazione univoca e intensa di chi, dalla spiaggia, per alcuni minuti si è sgolato, anche con ira, per fermare la nuotatrice. A testimonianza, una volta di più, della consolidata attenzione all’ambiente da parte di tutti noi cittadini e delle reazioni suscitate da quei pochi che  attuano comportamenti sconsiderati.

Questa accresciuta sensibilità è un buon viatico per il benessere comune. E’ fondamentale anche per affrontare le sfide e gli impegni della transizione ecologica. I cittadini sanno che bisogna intervenire  per contrastare la crisi climatica. Sono consapevoli che si tratti di un’esigenza indifferibile e sono pronti anche ai cambiamenti di comportamento che saranno necessari. Ma, come quella mattina alla spiaggia rosa, non vogliono vedere premiati quelli che fanno i furbi e vorrebbero sentire le istituzioni pronte e vicine.