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Biodiversità: la strage silenziosa degli impollinatori

Delle 20mila specie di impollinatori conosciute e ancora sicuramente presenti nel 1990, dal 2006 al 2015 non si hanno più avvistamenti e registrazioni di circa 5mila

Biodiversità: la strage silenziosa degli impollinatori
credits: Mabel Amber da Pixabay

Sparita dalle banche dati 1 specie su 4, indice di un crollo della biodiversità

(Rinnovabili.it) – Dagli anni ’90 a oggi potrebbe essere scomparsa 1 specie su 4 di impollinatori, fondamentali per la salvaguardia della biodiversità. Non se ne ha, letteralmente, più traccia. Non sono più registrate in alcun database scientifico, né nei risultati di campagne di monitoraggio, e non risultano neppure dalle segnalazioni di iniziative basate sul coinvolgimento attivo dei cittadini, distribuiti capillarmente sul territorio.

Lo rivela uno studio che fa il punto sullo stato di salute degli impollinatori a livello globale, pubblicato su One Earth. I ricercatori hanno passato in rassegna decenni di dati inseriti nel Global Biodiversity Information Facility, una banca dati globale dove convergono le rilevazioni di musei, università e iniziative basate su citizen science.

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Gli autori notano che nel periodo tra il 2006 e il 2015 il database presenta il 25% di rilevazioni di specie di impollinatori in meno rispetto al 1990. E sottolineano che il calo è davvero significativo, perché in controtendenza rispetto al miglioramento dei rilevamenti. In pratica, i metodi, le tecnologie e la condivisione dei dati sono costantemente migliorati e hanno ridotto via via il margine di incertezza. Ma nello stesso lasso di tempo, le osservazioni più accurate non sono riuscite a registrare una quota così alta di specie.

Si tratta quindi di una prova, sebbene indiretta, del collasso delle popolazioni di impollinatori. Anche se da questi dati non si può assolutamente concludere che queste specie – 5mila, sulle 20mila totali – si siano estinte. Un altro aspetto che va considerato è la parzialità del database. Sebbene sia un network di banche dati, il grosso delle rilevazioni proviene da America del Nord e Europa. Lo studio quindi ha sì una portata globale, ma ha allo stesso tempo una carenza importante di dati per vaste aree del pianeta, dove la situazione potrebbe essere diversa.

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Dalla ricerca emerge poi che questo calo non è distribuito uniformemente tra le famiglie di api. La seconda famiglia più comune, quella delle Halictidae, è scesa del 17%. Mentre i dati relativi alla famiglia Melittidae, molto più rara, sono crollati fino al 41%.

Gli impollinatori sono essenziali per gli equilibri degli ecosistemi, perché sono tra i principali responsabili della riproduzione delle piante. Sono quindi di importanza cruciale tanto per la biodiversità quanto per la sostenibilità della vita sulla terra e per le attività umane. Dagli impollinatori, ad esempio, dipende la rendita delle colture.