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La crisi climatica mette a rischio il 70% della biodiversità marina

Uno studio dell’università di Adelaide calcola la distanza che le specie delle aree più biodiverse dovranno percorrere per inseguire condizioni ottimali di habitat a causa del riscaldamento oceanico. In molti casi, si tratta di distanze senza precedenti per le capacità storiche comprovate di queste specie

Biodiversità marina: a rischio 7 specie su 10 nelle aree più ricche di vita
Foto di Anja da Pixabay

Lo studio sulla biodiversità marina è pubblicato su Global Change Biology

(Rinnovabili.it) – Abitano le acque più ricche di vita del pianeta. Ma sono male equipaggiate per reagire in tempo alla crisi climatica. E rischiano l’estinzione più di altre. Secondo uno studio dell’università di Adelaide, in Australia, le specie di piante e animali che popolano le regioni con la maggior biodiversità marina sono più in pericolo di altre perché faticano ad adattarsi alle oscillazioni pronunciate di temperatura. Con i ritmi odierni del climate change, il rischio riguarda 7 specie su 10.

Per stabilirlo, i ricercatori hanno messo a punto un nuovo metodo per identificare gli eventi estremi di riscaldamento oceanico. Le stime derivano dal confronto tra la più recente deglaciazione della Terra e le proiezioni per il 21° secolo. “Dimostriamo che i futuri tassi di riscaldamento degli oceani colpiranno in modo sproporzionato le comunità marine più ricche di specie, minacciando potenzialmente la biodiversità in oltre il 70% degli attuali hotspot globali di ricchezza di specie marine”.

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Come si arriva a una percentuale così elevata? Gli autori dello studio hanno creato una mappa globale dell’anomalia termica futura negli oceani e l’hanno analizzata per calcolare la distanza che ciascuna specie avrebbe dovuto fare per “inseguire” le condizioni climatiche ottimali (o sufficienti per sopravvivere).

Questa diaspora farà sparire le aree più ricche di biodiversità marina? Ed è anche solo possibile? A queste domande lo studio pubblicato su Global Change Biology dà una risposta chiara: “la persistenza di queste aree più ricche di biodiversità marina richiederà che molte specie si spostino ben oltre l’ambito biogeografico in cui sono endemiche”, e soprattutto “a tassi di ridistribuzione mai visti prima”. In uno scenario di riscaldamento globale medio (RCP4.5), delle 17 aree più biodiverse a latitudini tropicali e mediane (circa 50°N/S), ben 6 saranno investite da un tasso di riscaldamento oceanico senza precedenti dall’ultima era glaciale. La geografia della vita marina sarà stravolta dal climate change, e forse anche quasi decimata.

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