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Banca Mondiale: il carbone non è la cura alla povertà

L'istituto finanziario sconfessa la tesi dell'industria energetica fossile: il carbone è parte integrante del "problema povertà" e non la soluzione

 

Banca Mondiale: il carbone non è la cura alla povertà

 

(Rinnovabili.it) – Ogni volta che si parla di carbone, ogni volta che si ricorda l’inquinamento, le malattie e le morti premature legate a questa fonte fossile, l’industria energetica ribatte sempre con la medesima argomentazione: il carbone è indispensabile per risollevare le sorti  di quella parte dell’umanità che oggi non dispone dell’elettricità.

Una tesi portata avanti con così tanta convinzione da riuscire, in alcuni casi, a fare affermazioni  imbarazzanti (riportiamo fedelmente uno dei commenti lasciati su Rinnovabili.it da un esponente del settore): “Per far uscire i Paesi poveri dalla loro miseria necessiterà quindi un impegno morale ed etico globale, che porti loro l’energia che a loro manca e serve e farlo con moderni impianti termoelettrici è la soluzione più concreta, razionale e sostenibile”.

 

A nulla sembrano valere le posizioni della Agenzia Internazionale dell’Energia che ha sempre sottolineato come gli impianti termoelettrici mal si adattino alle esigenze di energia delle comunità off-grid. Né tanto meno i documenti scientifici redatti sulla nocività di questa fonte, lungo tutto il suo ciclo di vita. Ora però a schierarsi contro la solfa “carbone uguale minore povertà” è anche la Banca Mondiale. Secondo quanto riporta il sito EurActive, la responsabile al Cambiamento climatico dell’Istituto, Rachel Kyte, ha affermato che l’uso continuato di carbone ha richiesto ad alcuni dei paesi più poveri del mondo, un prezzo pesante da pagare in termini di salute e stravolgimenti climatici. “In generale abbiamo bisogno di disabituarci a livello globale del carbone”, ha spiegato Kyte in occasione di un evento a Washington organizzato dal Centre for American Progress. “Esiste un enorme costo sociale per il carbone e per gli altri combustibili fossili”.

 

La Banca calca la mano sottolineando come questa fonte fossile debba essere considerata parte integrante del problema povertà e non una soluzione. “Se tutti avessero accesso all’energia elettrica da carbone domani, il tasso di malattie respiratorie crescerebbe in maniera esponenziale […] Abbiamo bisogno di migliorare l’accesso dei più poveri all’energia e dobbiamo farlo nel modo più pulito possibile, perché i costi sociali del carbone sono innumerevoli e pericolosi”.