Il governo di Malé ha già istituito un fondo per acquistare terreni all’estero dove trasferire i 350mila maldiviani in caso di innalzamento del mare
E se il mondo non presta attenzione alla fragile situazione di questa nazione insulare allora è il caso di forzare un po’ i riflettori mondiali, magari con una provocazione intelligente, come quella di avvertire Australia, Sri Lanka e India di essere le tre possibili destinazioni individuate per i propri rifugiati climatici. “E’ sempre più difficile mantenere le isole nel loro stato naturale”, ha dichiarato Nasheed al Sydney Morning Herald. “Se le nazioni non faranno del bene a loro stesse, in realtà saranno costrette a farlo per tutti gli altri, semplicemente nel loro interesse. E’ necessario che gli australiani e ogni altro Paese sviluppato capiscano che questa è una situazione diversa da tutte le altre”. Le Maldive hanno già iniziato a prepararsi per quello che è ora sembrerebbe un destino inevitabile: il paese ha istituito un fondo sovrano, finanziato con i proventi del suo settore turistico, da utilizzare per comprare terreni all’estero e sovvenzionare il trasferimento dei suoi 350.000 abitanti.