Dopo l’imbarazzo creato durante il G20, il premier australiano torna a ricordare che la crescita economica non può essere seconda all'impegno climatico
(Rinnovabili.it) – Al primo ministro australiano Tony Abbott la richiesta di un impegno contro il climate change proprio non va giù. Al G20 di Brisbane non aveva fatto nulla per nascondere la propria riluttanza a discutere di clima nel corso della riunione: “esistono molti sedi per affrontare i cambiamenti climatici […] ma questa è una conferenza economica”, aveva affermato ricordando gli appuntamenti ONU, quest’anno a Lima e il prossimo a Parigi. Ma oggi al premier australiano sembrerebbe stare stretta anche la COP francese. Secondo quanto riportato dalla Reuters a margine dell’incontro oggi a Canberra con il presidente francese Francois Hollande, Abbott ha avvertito che l’atteso vertice UNFCCC del prossimo anno avrà esito negativo se i leader mondiali decideranno di anteporre la riduzione delle emissioni alla crescita economica. “E’ di vitale importanza che la conferenza di Parigi sia un successo … e per essere un successo, non possiamo perseguire miglioramenti ambientali a scapito del progresso economico. Non possiamo ridurre le emissioni a scapito dei posti di lavoro perché sarà un fallimento se è ciò che stiamo cercando di fare”.
Una posizione ostinata sui cambiamenti climatici, ben definita nei giorni scorsi dalle parole del leader dei laburisti, Bill Shorten, come un “testardo isolazionismo”. In un discorso pubblico al Sydney Institute, Shorten ha messo in guardia dai pericoli a cui il disimpegno australiano potrebbe portare. “Temo che non passerà molto tempo prima che questo isolazionismo testardo inciderà sulla nostra competitività a livello internazionale”, ha affermato avvertendo che sarà impossibile per l’Australia “aspettare che il resto del mondo si assuma impegni importanti in materia di inquinamento, ignorando la nostra inazione. Prima o poi, il rifiuto dell’Australia di agire sul cambiamento climatico influenzerà i nostri negoziati commerciali”.