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Artico senza inverno, il termometro resta 28°C sopra la media

L'inverno artico è praticamente inesistente: temperature altissime impediscono che il ghiaccio si riformi, avviando il Polo Nord a un altro record negativo

Artico senza inverno, il termometro resta 28°C sopra la media

 

(Rinnovabili.it) – E’ un’anomalia che lascia sconcertati i climatologi, quella che sta caratterizzando l’inverno artico. La colonnina di mercurio ha continuato per tutto gennaio a restare su valori estremamente alti, mentre l’estensione del ghiaccio polare negli ultimi mesi ha segnato più volte record negativi. Le previsioni non sono rassicuranti nemmeno per questo inizio di febbraio. Tra pochi giorni un’ondata di aria calda proveniente sia dal Pacifico che dall’Atlantico arriverà sull’Artico, facendo schizzare le temperature fino a 28°C sopra la media.

In questa stagione, in condizioni climatiche normali il Polo Nord ricostituisce la sua coltre ghiacciata. Ma le temperature sono così alte, e lo sono state per così a lungo, che ciò non sta praticamente avvenendo: uno scenario che molti avevano previsto ma tra 50 anni almeno, non nel 2017. “Dopo aver studiato l’Artico e il suo clima per tre decenni e mezzo, ho concluso che ciò che è successo l’anno scorso è un fenomeno più che estremo”, ha commentato Mark Serreze, direttore del National Snow and Ice Data Center (NSIDC).

 

Artico senza inverno, il termometro resta 28°C sopra la media
Anomalie rispetto alla media storica nel mese di gennaio 2017

A marzo 2016, quando il ghiaccio marino raggiunge la sua massima estensione annuale, mancavano all’appello più di 1 milione di kmq, a causa del riscaldamento globale che ha portato la colonnina di mercurio a segnare a Capodanno anche +4°C. Il 10 settembre scorso (cioè al termine dell’estate artica) la calotta polare ha registrato il secondo peggior risultato di sempre. Le immagini satellitari raccolte e analizzate dall’NSIDC hanno certificato che i ghiacci coprivano soltanto 4,1 milioni di kmq, con perdite rilevantissime nei mari di Beaufort e Chukchi. Anche questo avvio di 2017 non lascia intravedere alcuna inversione di rotta. Anzi, si sta consolidando un nuovo record, ovviamente negativo: quello del minor numero di giorni in cui le temperature sono abbastanza basse da permettere la formazione di nuovo ghiaccio.

Perché sta accadendo tutto questo? Per rispondere, i principali istituti di climatologia evidenziano due dinamiche sovrapposte. Da un lato c’è la variabilità climatica naturale del Polo Nord, normalmente molto ampia. Ma in parallelo c’è l’azione dell’uomo. Solo con il riscaldamento globale di origine antropica si può dare conto di cambiamenti climatici così profondi e duraturi. Gli scienziati tireranno le somme verso marzo, con l’inizio della bella stagione, e analizzeranno i dati per quantificare con precisione cosa è imputabile al global warming e cosa va invece considerato fluttuazione “normale”. Sta di fatto che con ogni probabilità il 2017 dell’Artico si aprirà con un nuovo record negativo di estensione dei ghiacci.