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Approvati i criteri per gli interferenti endocrini

Vittoria dell'industria. Per determinare se una sostanza rientra tra gli interferenti endocrini, si utilizzerà un approccio non basato sul principio di precauzione

interferenti endocrini

 

(Rinnovabili.it) – Passa la linea dell’industria e il Comitato permanente su piante, animali, alimenti e mangimi approva i nuovi criteri per il riconoscimento degli interferenti endocrini, sostanze chimiche dannose per la salute che agiscono sugli ormoni e sul sistema endocrino. Sono presenti in diversi prodotti commerciali come pesticidi, additivi alimentari e cosmetici.

Nel voto espresso ieri dal comitato, i cui membri restano segreti anche se rappresentano le posizioni dei paesi membri dell’UE, ha pesato l’influenza della Germania, dove hanno sede colossi come Bayer e Basf, che supportavano il testo, favorevole all’industria chimica. I criteri scientifici in base ai quali si individueranno sostanze potenzialmente pericolose per il sistema endocrino utilizzate nei pesticidi e nei biocidi, avranno come elemento chiave la “potenza”. In pratica, non si tiene tanto in conto se un pesticida è dannoso per la salute, ma piuttosto in quali dosi deve essere assunto per causare interferenze con il sistema ormonale.

 

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Con questo criterio diventa più difficile identificare le sostanze da mettere nella black list, il che significa che pochi o anche nessun prodotto potrebbe essere ritirato dal mercato. Gli ambientalisti e i consumatori, sul piede di guerra per questa scelta poco incline al principio di precauzione, chiedono al Parlamento Europeo di mettere un veto quando si tratterà di votare la proposta di Bruxelles.

A livello politico, la votazione di ieri rappresenta una sconfitta della Francia ad opera della Germania. Parigi con l’appoggio di Svezia e Danimarca, premeva per adottare una definizione basata sulle proprietà intrinseche di pericolosità, senza prendere in considerazione la “potenza” della sostanza. Ciò avrebbe portato a elencare gli interferenti endocrini in categorie come “verificato”, “presunto” e “sospetto”, sulla base del loro impatto sul sistema ormonale. Ma Berlino, sotto la pressione della potente lobby della chimica, ha fatto naufragare la proposta francese.