L'intervento del Segretario Generale delle Nazioni Unite durante il meeting dei leader dei Paesi insulari che si affacciano sul Pacifico.
Le proposte radicali di Antonio Guterres: “Fermare i sussidi ai carburanti fossili e impedire la costruzione di impianti a carbone dal 2020”
(Rinnovabili.it) – “Spostare la tassazione dalle persone all’inquinamento”: è il messaggio radicale lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres durante il meeting internazionale in corso sulle isole Fiji che ha riunito i leader delle nazioni che si affacciano sull’Oceano Pacifico.
“Qui nel Pacifico, l’innalzamento del livello del mare in alcune Nazioni è 4 volte superiore alla media globale ed è diventato un problema di sopravvivenza per alcune isole – ha spiegato Guterres durante il suo intervento a Suva, la capitale delle Fiji – I miei messaggi ai Governi di tutto il mondo, qui dal Pacifico, sono chiari: primo, spostare la tassazione dai salari al carbone. Tassate l’inquinamento, non le persone. Secondo, fermate i sussidi per i carburanti fossili. I soldi dei contribuenti non dovrebbero essere usati per alimentare uragani, propagare siccità e ondate di calore, sciogliere ghiaccia e sbiancare coralli. Terzo, fermate la costruzione di nuove centrali energetiche alimentate a carbone a partire dal 2020″.
L’intervento del Segretario ONU è stato particolarmente apprezzato dai leader degli Stati insulari bagnati dal Pacifico definiti, dallo stesso Guterres, “in prima linea nella lotta al cambiamento climatico“: “Il nostro grande continente oceanico, le nostre migliaia di isole, il nostro popolo forte e resiliente, rischia di rimanere a corto di tempo– hanno scritto in una dichiarazione congiunta i rappresentanti delle nazioni riunite a Suva – Tutti i Paesi, senza eccezioni, devono intraprendere azioni decisive per ridurre le emissioni globali. Se non riusciremo a farlo, avremo perso. Perderemo le nostre case, il nostro stile di vita, il nostro benessere e il nostro sostentamento. Sappiamo tutto questo perché stiamo già facendo esperienza di grandi perdite”.
La tassazione delle emissioni sta diventando un tema caldo negli ultimi tempi: durante il suo intervento alla conferenza sul clima di Berlino, la Cancelliera Angela Merkel ha annunciato l’istituzione di una cabina di regia che elabori la strategia per rendere la Germania carbon neutral entro il 2050. Tra le norme che verranno discusse, anche l’introduzione di un sistema di tassazione delle emissioni applicato all’intero sistema produttivo tedesco.
In Europa, la tassa sul carbonio (un’imposta sulle risorse energetiche che emettono diossido di carbonio nell’atmosfera) è abbastanza diffusa, seppur con molte esenzioni e regimi estremamente diversi tra Stato e Stato: introdotta per prima in Finlandia, nel 1990, una simile imposta è stata poi adottata nei Paesi Bassi, in Norvegia, in Danimarca, Svizzera e Irlanda. L’Italia, nel 1998, ha approvato un Disegno di Legge per il “riordino della tassazione ambientale al fine di promuovere la crescita e l’internalizzazione dei costi ambientali nelle spese di produzione” (art. 8 della Legge n. 448 del 1998), con cui indirizzava le imposte ottenute dalla tassazione delle emissioni alla crescita della produzione di energia rinnovabile.
Nel resto del mondo, la tassazione delle emissioni si è affermata a macchia di leopardo: nazioni come la Nuova Zelanda e l’India hanno introdotto prelievi sulle attività che producono CO2, mentre gli Stati Uniti, tra i maggiori responsabili dell’immissione in atmosfera di grandi quantità di anidride carbonica, sono ancora sprovvisti di un sistema organico d’imposte che limiti le emissioni.
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