Circa sessantacinque milioni di euro a Casale Monferrato, oltre dieci a Bagnoli, più venti complessivi per altri siti d’interesse nazionale
La misura arriva dopo oltre 20 anni dalla messa al bando dell’amianto, precisamente con la legge 257 del 1992. Nonostante il tempo intercorso il piano di bonifica è ancora molto indietro rispetto alle aspettative; secondo i dati riportati nel Piano nazionale in Italia sono ancora 33.610 i siti contaminati (quelli che si è riusciti a censire). La maggior concentrazione si trova nelle Marche e nell’Abruzzo (il 50% dei dati totali) e in genere su tutto il versante adriatico, ma la cifra è destinata a crescere perché frutto di una mappatura ancora in corso da parte di Inail, Ministero dell’Ambiente e Regioni. La situazione diviene ancor più preoccupante se si considera che agli attuali ritmi di bonifica – secondo l’Ispra ogni anno vengono smaltite 380mila tonnellate di rifiuti – serviranno ancora 85 anni per completare la dismissione degli oltre 32 milioni di tonnellate di amianto presenti nel nostro territorio.
I 135 milioni di euro contro l’emergenza amianto saranno così suddivisi: a Casale Monferrato sono destinati 25 milioni nel 2015 e circa 19.750 per i due anni successivi; al sito di Napoli – Bagnoli –circa cinque milioni e 250 mila euro per il 2016 e altrettanti per il 2017; sessanta milioni di euro in tre anni, destinati a interventi di bonifica di particolare urgenza, sono cosi ripartiti: 19,2 milioni alla Lombardia per il Sin di Broni, 14 milioni e 600 mila euro al Piemonte per Balangero , 13 milioni e 600 per Emarese (Val d’Aosta), 12 milioni per il sito di Biancavilla in Sicilia, 568 mila euro al Sin di Bari Fibronit.