I morti sono 1200, non si contano i dispersi. Le alluvioni che hanno colpito Bangladesh, Nepal e India rappresentano un disastro climatico senza precedenti, ma passano sotto silenzio
40 milioni di persone coinvolte nel disastro climatico
(Rinnovabili.it) – Mentre giornali e telegiornali mettono in cima alle loro scalette il disastro climatico causato dall’uragano Harvey nel Texas (47 vittime e 100 mila case danneggiate), un cataclisma ben più grave sta falcidiando il Sud-est asiatico. Più di un terzo del Bangladesh, del Nepal ed aree molto estese dell’India sono da giorni falcidiate da alluvioni devastanti aggravate dal cambiamento climatico. Nel complesso si contano ad oggi 1.200 morti, incerto il numero dei dispersi. Le reti elettriche sono fuori uso dappertutto, le coltivazioni sommerse, le colline franano, le case e le strade si disgregano. La situazione dovrebbe peggiorare, perché la stagione dei monsoni continua fino alla fine di settembre. Il fenomeno ha interessato 40 milioni di persone e in molte città i servizi sono ridotti a zero: circa 1,8 milioni di bambini non sono in grado di andare a scuola. La ONG Save the Children ha suonato l’allarme, annunciando che centinaia di migliaia di minori potrebbero uscire definitivamente dal sistema scolastico, a meno che chi coordina i soccorsi non si concentri sul problema con la massima priorità.
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In Nepal, l’ONU ha calcolato che almeno 143 persone sono morte, mentre più di 460 mila sono state costrette a lasciare le loro case su 1,7 milioni coinvolte dalle inondazioni. I flussi d’acqua sono stati bloccati, ma gli sforzi di soccorso sono solo inizio. In India, i numeri sono ancor più spaventosi: oltre 32 milioni di persone colpite, e un diluvio che, nella sola giornata di martedì, ha riversato su Mumbai quasi la pioggia di un mese, provocando l’interruzione dei servizi ferroviari e la cancellazione dei voli.
Tutto questo è frutto di numerosi fattori: l’esposizione della regione ad eventi naturali intensi, la sovrappopolazione e l’urbanizzazione scriteriata, la scarsità di mezzi dei governi locali che non hanno piani adeguati né fondi per gestire simili emergenze. Il cambiamento climatico peggiora l’impatto dei fenomeni meteorologici, così come montagne di rifiuti ostruiscono le vie per lo scolo dell’acqua rendendo le città sempre più vulnerabili alle tempeste.