In numerosi centri urbani il Pm10 sta superando da diversi giorni il valore limite di 50 microgrammi al m3. Galletti convoca d'urgenza sindaci e governatori
(Rinnovabili.it) – L’inquinamento atmosferico non dà tregua alle città italiane. Complice il bel tempo l’assenza di piogge e delle temperature relativamente miti, lo smog ha raggiunto ancora una volta valori pericolosi per la salute umana: in diversi centri urbani urbani della Penisola, dove da oggi scattano una serie di contro misure, il PM10 continua a sforare il limite di 50 microgrammi al metro cubo; la situazione più drammatica la sta vivendo Milano, dove sono ben 97 i giorni di superamento del tetto del particolato dall’inizio dell’anno.
Le misure contro l’emergenza smog
Si passa dunque alle misure d’emergenza: nel capoluogo lombardo blocco del traffico da domani al 30 dicembre dalle ore 10 alle 16. Stessa sorte anche nell’area a nord di Milano, Pavia e i Comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano e Sesto San Giovanni. A Roma, oggi e domani, torna la circolazione veicolare a targhe alterne: questo lunedì circoleranno le pari e domani toccherà alle dispari, mentre la fascia oraria di validità dell’ordinanza rimarrà quella dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Per la capitale però si prospetta un piccola novità sul fronte del servizio di trasporto pubblico: per questi due giorni il biglietto Atac da 1,50 euro obliterato sarà valido per l’intera giornata. Inoltre sull’intero territorio comunale la temperatura per il riscaldamento di case e uffici non dovrà superare il valore massimo di 18 gradi (ad eccezione di ospedali, cliniche, scuole e assimilabili) e, in questi due giorni, è stato ridotto da 12 a 8 il numero di ore di funzionamento degli impianti termici.
Sindaci convocati da Galletti
Piccole strategie urbane a parte, il problema rimane consistente e il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha deciso di convocare per la mattinata di mercoledì 30 dicembre una riunione di coordinamento degli interventi contro lo smog nelle città italiane. Sono stati invitati a partecipare i Presidenti di Regione e i sindaci dei grandi centri urbani chiamati a fronteggiare l’emergenza, unitamente al Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. “L’emergenza smog che si sta verificando in molte grandi città italiane può durare ancora molto e ripresentarsi in futuro in modo sempre più frequente, visto gli effetti che i cambiamenti climatici stanno determinando in ogni parte del mondo: per questo la nostra risposta deve essere coordinata e ‘di sistema’, non in ordine sparso”, ha affermato Galletti, spiegando come la riunione sarà il momento per confrontare la riuscita delle varie iniziative adottate in questi giorni e per trovare “un metodo unico di procedere da qui in avanti”.
Cosa sta facendo il Governo contro l’inquinamento atmosferico
Il Ministero ha stanziato un fondo di 5 milioni di euro per aiutare i comuni che vogliono adottare misure anti-smog. “Ma se le risorse non dovessero rivelarsi sufficienti, – aggiunge il ministro – siamo pronti a rimpinguarle”. E in una recente intervista al quotidiano nazionale, Galletti ha rivelato: “Col ministro Delrio siamo riflettendo su un incentivo: sostituire i vecchi mezzi e potenziare il parco. Io sono abituato ad annunciare le cose quando ho la certezza di poterle fare. Ma con il ministro dei Trasporti stiamo concretamente lavorando su un progetto di finanziamento dei mezzi pubblici ecologici. Dovremmo farcela in pochi mesi, per evitare guai nel prossimo inverno”.
Non ci sono solo le auto
Il Minambiente punta timidamente il dito anche sul riscaldamento al legna, chiedendo nel suo decalogo anti smog, di limitarlo dove possibile. Eppure si tratta di un elemento tutt’altro che trascurabile, come dimostrano comuni come quello di Venezia che, in un’ordinanza del 23 dicembre, di quest’anno impone il divieto di utilizzare stufe, caminetti e qualunque altro apparecchio domestico alimentato a legna, a meno che non siano utilizzati per la cottura di cibi, qualora nella stessa unità abitativa sia presente un impianto termico a gas o pompa di calore.
Il grande escluso dal “gioco delle colpe”? Gli impianti industriali come cementifici, altiforni, centrali a carbone, inceneritori e simili, nonostante lo SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) comitato scientifico UE che si occupa dei nuovi/futuri rischi per la salute, li abbia inseriti ormai da tempo nelle maggiori fonti di emissioni di polveri fini.