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Entro il 2050 l’agroecologia può nutrire tutta l’Europa

Iddri: "Un'Europa agroecologica è in grado di nutrire tutti gli europei, ridurre le emissioni di gas serra del 40% e recuperare la biodiversità"

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 I benefici dell’agroecologia su alimentazione, clima e biodiversità

(Rinnovabili.it) – L’agricoltura europea può abbandonare i pesticidi, ridurre i suoi impatti sul clima e sulla biodiversità, garantendo nel contempo la sicurezza alimentare ai cittadini. Questa è la conclusione di uno studio pubblicato ieri dall’Istituto per lo sviluppo sostenibile e le relazioni internazionali (Iddri). Mentre l’Europa sta pavimentando la sua futura politica agricola e i modelli di coltivazione ad alto impatto fanno incetta di fondi comunitari e nazionali, lo scenario elaborato dal think thank francese mostra come una conversione all’agroecologia su larga scala sia non solo auspicabile ma anche attuabile.

“L’attuale dibattito sul futuro agricolo si è impantanato di fronte all’impossibilità di tenere insieme l’obiettivo di produrre di più e la necessità di ridurre l’impatto sul clima e biodiversità”, spiega Pierre-Marie Aubert, a capo dell’iniziativa Iddri per l’agricoltura europea. “Per superare questa apparente opposizione, abbiamo invertito la domanda: quali sono i bisogni degli europei in termini di alimentazione sana e sostenibile e quali sono i modelli agricoli che vi rispondono rispettando le questioni ambientali?”

 

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Lo studio si basa sull’osservazione di come la maggior parte dei comportamenti alimentari correnti non siano salutari né sostenibili. Sulla base delle linee guida dell’OMS e delle autorità sanitarie UE, le diete europee sono troppo caloriche e contengono il doppio delle proteine e il triplo degli zuccheri necessari, mancando invece delle giuste porzioni di frutta e verdure. Per gli esperti dell’Iddri è possibile cambiare gli stili alimentari facendo evolvere la matrice agricola.

Ecco perché lo scenario analizzato inizia con un riequilibrio della dieta europea: più cereali, cibi amidacei, frutta e verdura, colture proteiche e meno carne, uova, pesce e latticini. “Da lì, il nostro studio dimostra che un’Europa agroecologica è in grado di nutrire gli europei nel 2050, ridurre le emissioni di gas serra del 40% e recuperare la biodiversità”.

 

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In termini concreti, significa abbandonare pesticidi e fertilizzanti sintetici, basandosi sulle funzionalità dei sistemi agro-ecologici: rotazione delle colture, fissazione dell’azoto da parte dei legumi, uso di letame per concimare i terreni, estensione delle infrastrutture ecologiche (siepi, stagni, alberi, ecc…) fino al 10% delle superfici utilizzate e sviluppo dell’allevamento estensivo. Con questo modello, affermano gli autori, le rese diminuiscono di circa il 35% ma questa produzione è sufficiente a garantire cibo a tutti gli  europei e oltre. Inoltre lo scenario mantiene intatta la capacità di esportazione per cereali, prodotti lattiero-caseari e vino mentre riduce fortemente la dipendenza dalle importazioni.