Accertata l’influenza delle particelle umide dell’atmosfera sulla formazione dell’aerosol organico: la percentuale d’acqua nell’aria peggiorerebbe le emissioni della combustione della legna
(Rinnovabili.it) – Le temperature esterne si abbassano e in molte case del nord Italia iniziano ad accendersi i primi camini. Un gesto quasi automatico, su cui però va spesa almeno un riflessione: quanto incidono sulla qualità dell’aria che respiriamo?
E’ cosa nota che le emissioni prodotte dalla combustione della legna usata per il riscaldamento domestico, partecipino alla formazione dell’aerosol organico, una delle componenti delle polveri sottili. Nonostante la loro ubiquità e l’importanza per l’ambiente, ad oggi si conosce poco circa gli aerosol organici. E quello che fino a ieri ancora si ignorava è come la percentuale d’acqua presente nell’aria influisse nei processi chimico fisici di trasformazione delle emissioni della combustione.
A far luce sulla questione è un nuovo studio condotto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr), in collaborazione con Aerodyne Research Inc., Università di Ferrara e Agenzia regionale per la prevenzione, l´ambiente e l´energia (Arpae) dell´Emilia-Romagna. Il lavoro, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), identifica una sorgente e un meccanismo di formazione di aerosol organico secondario finora trascurato dalla maggioranza degli studi sul clima, mostrando come in caso di nebbia e umidità atmosferica, le reazioni chimiche che coinvolgono le emissioni della combustione della legna ne aumentiono la produzione. “Si spiega così – afferma Stefania Gilardoni dell’Isac-Cnr, tra gli autori dello studio – l’alto livello di aerosol organico secondario in inverno”, fattore decisivo per la qualità dell’aria e per il clima.
Ma non solo. Si è scoperto che il processo è in grado di influire anche sull’aumento delle temperature invernali.
“La presenza di umidità in atmosfera aumenta inoltre la capacità dell’aerosol prodotto dalla combustione di assorbire la radiazione solare e ciò porta a un aumento del riscaldamento dell’atmosfera, influendo sul cambiamento climatico e contribuendo all’innalzamento delle temperature”, continua Gilardoni. “Le conoscenze acquisite grazie a questo studio sono quindi importanti anche perché forniscono indicazioni utili per lo sviluppo di politiche ambientali più efficaci”.