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L’ennesimo celebre addio al carbone mentre il mercato ristagna

Il report della IEA predice un futuro stagnate per settore carbonifero. E il più grande scalo al mondo per il mercato del carbone prende le giuste precauzioni

mercato del carbone

 

La crisi del mercato del carbone colpisce ancora

(Rinnovabili.it) – La domanda globale di carbone non incontrerà miracolosi rialzi o salvataggi dell’ultimo minuto: il mercato è destinato a continuare su quel trend al ribasso che ne ha caratterizzato l’ultimo decennio, mantenendo anche nel futuro dei consumi pressoché stabili. È un quando di profonda stagnazione quello che offre oggi l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) nel suo ultimo report sul comparto. Il consumo mondiale di carbone è sceso a quota 5.357 Mtce lo scorso anno, pari al meno 1,9% rispetto al 2015, a causa dei prezzi del gas più bassi, dell’aumento delle energie rinnovabili e del miglioramento dell’efficienza energetica. Prendendo in considerazione gli ultimi due anno, la riduzione è di oltre il 4%, una percentuale molto vicina alla crisi dei primi anni ’90. Ma in questo caso, l’Agenzia non prevede nessuna fase di recupero. E mentre negli Usa il presidente Donald Trump tenta di tutto per salvare un industria in evidente affanno, in Europa oltre la metà delle 619 centrali termoelettriche a carbone sta perdendo denaro, creando buchi di bilancio sempre più evidenti (leggi anche Metà delle centrali a carbone in Europa perde denaro).

 

Il periodo di stagnazione inizia seriamente a preoccupare anche i tradizionali investitori e attori del mercato. In questo ultimo anno diversi grandi nomi hanno iniziato a sfilarsi dall’industria del carbone. Solo di oggi è l’annuncio del Porto australiano di Newcastle, il più grande scalo mondiale per le esportazioni di carbone del mondo: il nuovo presidente Roy Green è intenzionato a diversificare “velocemente” il traffico commerciale dal momento che “le prospettive a lungo termine per il carbone sono una minaccia per il porto”. Non un taglio netto, beninteso, ma abbandono graduale sulla scia di quanto annunciato solo qualche giorno fa dalla National Australia Bank: istituto finanziario, una delle quattro più grandi banche australiane, interromperà tutti i nuovi prestiti a supporto dell’estrazione.

 

La posizione pragmatica del Porto di Newcastle è in netto contrasto con la retorica del governo australiano sul celebre combustibile fossile. Canberra non solo si è assicurata di dare al carbone un posizione di primo piano nel futuro energetico a lungo termine ma ha cercato anche di sovvenzionare i piani del Gruppo Adani per lo sviluppo di un nuovo bacino carbonifero nel Queensland e un’espansione del terminale di Abbot Point sulla Grande Barriera Corallina.