Da oggi e fino al 28 febbraio, sul sito del ministero dell’Ambiente, è possibile rispondere al questionario sulla percezione degli impatti e delle vulnerabilità in materia di adattamento
(Rinnovabili.it) – “Il territorio italiano va preparato per tempo e attraverso una strategia condivisa all’impatto dei cambiamenti climatici”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti annuncia la redazione del nuovo Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, il documento che identifica i territori italiani più vulnerabili agli impatti del clima e le azioni per farvi fronte. Per la sua elaborazione, il dicastero ha aperto una consultazione pubblica rivolta ai principali portatori d’interesse, finalizzata a consolidare i passi fondamentali che costituiscono un Piano Nazionale e individuare i principali ostacoli all’attuazione di azioni e misure di adattamento.
“L’accordo di Parigi – spiega Galletti – e il ‘rules book’ scritto nella Cop22 di Marrakech ci chiamano a una politica climatica globale che va declinata sulle singole realtà, ognuna diversa dall’altra. Dal nostro grado di adattamento a condizioni climatiche di crescente complessità dipendono la sicurezza del territorio e dunque dei cittadini, ma anche le nostre possibilità di uno sviluppo sostenibile, in linea con gli impegni internazionali”. Il Minambiente già nel 2010, coerentemente con lo sviluppo della tematica a livello comunitario, aveva incluso misure di adattamento ai cambiamenti climatici in alcuni documenti strategici di carattere settoriale come la “Strategia Nazionale per la Biodiversità” e nei documenti preparatori della “Strategia per l’ambiente marino”.
Tuttavia, come indicato dalla stessa Europa, occorreva mettere in atto un approccio strategico tra i vari settori e livelli di governo interessati, per affrontare la questione in maniera puntuale. Nel febbraio 2012 si è svolto il primo incontro con il mondo scientifico e accademico per l’acquisizione dello stato delle conoscenze con particolare riferimento alla disponibilità di dati osservativi climatici (raccolti secondo procedure standardizzate), di scenari climatici e di stime degli impatti attuali ed attesi ed è stato istituito un Tavolo Tecnico composto da circa cento esperti nazionali provenienti da università, enti di ricerca e fondazioni.
Il lavoro svolto in questi anni, è culminato nello schema di Piano curato dalla Direzione generale Clima-Energia del ministero dell’Ambiente e oggi in fase di condivisione con le istituzioni nazionali, le Regioni, le amministrazioni centrali. Il Piano identifica sei macroregioni climatiche e diciotto settori particolarmente vulnerabili ai mutamenti del clima: a seconda della sua area territoriale di appartenenza e del settore di riferimento, l’utente potrà indicare quali azioni tra quelle previste ritenga prioritarie, assegnando un livello di rilevanza a ciascuno dei nove criteri: efficacia, efficienza economica, esistenza di opportunità senza elementi di conflittualità con altri obiettivi di politica pubblica, esistenza di opportunità “win-win”, robustezza, flessibilità, percorribilità socio-istituzionale, multidimensionalità e urgenza.
L’obiettivo non è solo incrementare il livello di adattabilità e la resilienza, ma anche creare le condizioni per determinare opportunità di sviluppo territoriale. Per ogni azione, il Piano specifica tempi, ruoli e responsabilità.