Il commissario straordinario per la depurazione, Enrico Rolle, annuncia a Ecomondo l’arrivo di altre due procedure di infrazione per l’Italia per la scorretta gestione delle acque reflue urbane
La Direttiva UE sul trattamento delle acque reflue impone ai Paesi membri di restituire all’ambiente acqua pulita
(Rinnovabili.it) – La Corte di Giustizia Europea torna a bastonare l’Italia sulla corretta gestione delle acque reflue. Secondo quanto dichiarato dal commissario straordinario unico per la depurazione, Enrico Rolle, nel corso di un convegno ad Ecomondo, e riportato dall’Ansa, alle due procedure di infrazione già in corso nei confronti dell’Italia, se ne andrebbero ad aggiungere altre due. Dopo una prima condanna nel 2012 per una procedura di infrazione iniziata nel 2004, lo scorso maggio la Corte di Giustizia europea aveva multato l’Italia per 25 milioni di euro, perché ancora in ritardo nella messa a norma di un centinaio di centri urbani sprovvisti di reti fognarie o sistemi di trattamento delle acque reflue, stabilendo ulteriori 30 milioni di euro da pagare per ogni semestre di ritardo. La Direttiva europea che l’Italia avrebbe tardato ad attuare è la 271/1991, che, definendo la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane, impone ai Paesi membri dell’Unione di restituire all’ambiente acqua pulita.
Per l’Europa non c’è più tempo da perdere e bisogna fare tutto il più veloce possibile, considerato il danno ambientale provocato da questa situazione. Il commissario Rolle spiega che la difficoltà più grande riguarda l’ottenimento delle pronunce di compatibilità ambientale da parte delle Regioni e l’impossibilità di far transitare personale capace da altre amministrazioni alla struttura commissariale, ragione per cui ha voluto portare in discussione in Parlamento la richiesta di rivedere le competenze del commissario e delle procedure, i cui tempi non sono compatibili con il mandato ricevuto. Come spiegato da Rolle, il sistema si è messo in movimento per sanare i sistemi di trattamento delle acque reflue e adeguare i depuratori dei Comuni non in regola, e qualche risultato è già arrivato, ma c’è ancora molto da fare.
Le infrazioni in arrivo per l’Italia richiedono centinaia di interventi, la maggior parte da realizzare nelle regioni del Sud, per importi già stanziati pari a quasi 2 miliardi di euro. Ma il commissario Rolle rassicura che in cinque anni l’Italia sarà fuori dalle infrazioni UE: “Parliamo di opere pubbliche, che chiaramente hanno tempi lunghi di attuazione – ha detto – ma prevediamo di uscire progressivamente da tutte le infrazioni nei prossimi cinque anni, con ogni anno agglomerati sanati che faranno ridurre progressivamente le sanzioni”.