8 regioni ospitano formazioni coralligene e in 9 sono presenti letti a rodoliti, piccole alghe calcaree. Un quarto delle praterie di Posidonia oceanica presenta segnali di disturbo ma in molte aree censite da ISPRA e dalle ARPA la densità è normale o eccezionale. Ancora molto male sul versante dei rifiuti, soprattutto a causa della plastica monouso
La fotografia del SNPA nel rapporto annuale
(Rinnovabili.it) – Promossi i coralli, preoccupazione per le praterie di Posidonia oceanica e per le specie aliene invasive, male sul fronte dei rifiuti. Si può riassumere così lo stato dei mari italiani che emerge dal nuovo rapporto del SNPA, il Sistema nazionale per la protezione ambientale che riunisce ISPRA e le ARPA regionali.
Stato dei mari italiani: buone notizie per i coralli
Il dato più rassicurante del monitoraggio effettuato riguarda i coralli. In 8 regioni italiane sono state censite formazioni coralligene. Eunicella, Pentapora e Paramuricea sono i nomi scientifici delle principali specie osservate nei fondali. Altra buona notizia: in 9 regioni il SNPA ha osservato “letti a rodoliti”: si tratta di piccole alghe calcaree simili nella forma ai popcorn.
Posidonia disturbata
Il monitoraggio evidenzia però “segnali di disturbo” per la Posidonia oceanica, pianta acquatica che è il vero polmone blu del Mediterraneo. Queste praterie sottomarine svolgono un ruolo fondamentale per l’ecosistema marino e non solo perché producono ossigeno, sostengono la biodiversità marina e limitano l’erosione delle coste. Tra i fattori più comuni di stress per questa pianta tutelata dall’UE già dagli anni ’90 c’è il cambiamento climatico con l’aumento della temperatura marina, ma anche l’inquinamento e la pesca a strascico.
Nei mari italiani, rileva il SNPA, il 25% dei siti monitorati presenta una bassa densità di fasci al metro quadrato. Ma ci sono luci oltre alle ombre: nelle circa 100 aree indagate, ciascuna della grandezza di 3 chilometri quadrati, la densità è di tipo “normale” nel 63% dei casi ed “eccezionale” nell’11%.
La situazione dei rifiuti
Ambivalente lo stato dei mari italiani per quanto riguarda i rifiuti. Il SNPA rileva una riduzione “significativa” pari a quasi la metà dei rifiuti spiaggiati. Benché sia una buona notizia, il dato è ancora molto lontano dagli standard europei. Dai 460 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia del 2015 si passa ai 273 nel 2021, mentre l’Europa pone come target non oltre 20 per un buono stato ambientale. Quanto ai rifiuti in acqua, nel periodo 2018-2022 la densità costiera media è di 105 oggetti per km2 e la densità media al largo è di 3 oggetti. “Più dell’80% degli oggetti monitorati è composto da polimeri artificiali, di cui circa il 20% sono plastica monouso”, sottolinea il monitoraggio.
Specie invasive ed eutrofizzazione
Continuano ad avanzare le specie aliene considerate invasive. Delle 289 segnalate dalla letteratura (non tutte invasive), il monitoraggio ne ha rilevate 78, tra cui 25 anellidi 18 crostacei e 11 molluschi. “Alcune di queste specie, considerate invasive, sono state rinvenute per la prima volta nell’area di interesse”, riporta il SNPA. Mentre arrivano segnali incoraggianti sull’eutrofizzazione, legata a un minor inquinamento dei mari.