Le riserve di acqua sotterranea iniziano a essere intaccate seriamente a causa della situazione gravemente siccitosa dal Lazio in su. Il monitoraggio settimanale di Anbi lancia l’allarme
Per l’Anbi la siccità in Italia “ha caratteri nuovi e di assoluta gravità”
(Rinnovabili.it) – “Serviranno anni per riequilibrare il bilancio idrologico” in alcune parti dello Stivale: la siccità in Italia sta intaccando seriamente anche le riserve d’acqua sotterranea al Centro-Nord. È quanto emerge dal monitoraggio periodico dell’Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.
“La siccità di quest’anno ha caratteri nuovi e di assoluta gravità, perché l’assenza di pioggia e neve sta intaccando anche riserve idriche, destinate prioritariamente all’uso potabile, provocando un deficit, che si protrarrà nel tempo”, commenta Francesco Vincenzi, presidente Anbi.
Aspettando il Decreto Siccità
Un quadro che potrebbe continuare a peggiorare almeno fino a settembre, salvo qualche miglioramento solo locale che non modifica la situazione nel complesso. È la previsione diramata questa settimana dal Jrc, il centro di ricerca in house della Commissione Ue. Da cui arriva la conferma che le regioni più colpite nel Belpaese continueranno a essere quelle centro-settentrionali.
“Non intervenire urgentemente con un piano di infrastrutture per la raccolta delle acque piovane, come i 10.000 laghetti proposti da noi e Coldiretti, espone i territori al ripetersi di crisi sempre più devastanti, perché ricadenti su contesti già idricamente indeboliti”, aggiunge Vincenzi. Ma ogni intervento è congelato in attesa del Decreto Siccità. Era annunciato per la prima settimana di luglio, poi è slittato e ora è sepolto sotto i dossier della crisi di governo.
La situazione della siccità in Italia
Intanto, nella seconda metà di luglio torna a peggiorare la situazione della siccità in Italia. Il Lazio è osservato speciale. Merito di un deficit pluviometrico “eccezionale” sulle province di Roma e Viterbo. “Quasi dappertutto sono caduti un centinaio di millimetri di pioggia in quasi 8 mesi ed il record negativo è detenuto da Ladispoli con soli mm. 94”, si legge nel comunicato Anbi. Male tutti i bacini lacustri (Bracciano -32cm, Nemi -96cm) e le portate di Aniene, Liri e Sacco. Unica nota positiva, il Tevere: i suoi livelli sono tornati in linea con quelli degli anni scorsi.
La tendenza è la stessa in tutte le regioni centrali. In molte zone della Toscana il deficit pluviometrico è superiore al 50%. All’assenza di pioggia si aggiunge l’anomalia termica molto pronunciata, che aumenta le necessità agricole e il rischio incendi (che stanno imperversando in Versilia).
Al Nord prosegue l’agonia degli ultimi mesi. I fiumi Enza e Reno in Emilia-Romagna sono sotto il minimo storico di portata, l’Adda è dimezzato, l’Adige in Veneto è 2 metri sotto il livello del 2021, il Piave ha perso 60 cm in 7 giorni. Il Nord-Ovest, dove mancanza di neve, gran caldo e piogge assenti hanno colpito molto duramente, il Tanaro ha una portata pari al 10% di quella nello stesso periodo dell’anno scorso, già anno di crisi. Secchi o ridotti a rigagnoli Ellero, Orba, Bormida. Sul letto asciutto del Sangone a Torino si va in bici. Chisone e Dora Riparia sono dimezzati rispetto all’anno scorso.
Tutto ciò si riflette nella situazione pesantissima del Po. “Appare senza fine la crisi del fiume Po” nota l’Anbi, con un nuovo minimo storico di portata a Pontelagoscuro di 113,7 m3/s (cioè 123 m3/s sotto il precedente primato negativo) pari al “10% della portata media (mc./sec. 1140) ed il 75% in meno della portata limite per l’intrusione del cuneo salino”. (lm)