Uno studio dell’università di Leeds fa luce sull’andamento delle precipitazioni nella regione al tasso di emissioni attuale entro il 2100. La porzione orientale dell’Amazzonia patirà di più l’impatto della scarsità d’acqua e può rilasciare più CO2 in atmosfera
Il paese è nella morsa di un pesante evento di siccità come nel 2005 e 2010
(Rinnovabili.it) – Il Brasile sta attraversando una nuova, pesantissima stagione di siccità. I bacini idrici fanno livelli inferiori anche del 30% rispetto alla norma. La stagione più piovosa è andata a secco. Una situazione, quella della scarsità d’acqua, che può durare a detta degli esperti anche un anno e mezzo. A farne le spese non sono soltanto milioni di brasiliani che vivono nelle metropoli, o l’agricoltura messa in ginocchio dall’impossibilità di irrigare. Anche l’Amazzonia è a rischio.
Durante gli eventi di siccità più pesanti registrati nel paese, che risalgono al 2005 e al 2010, il tasso di mortalità degli alberi era schizzato alle stelle e le comunità che vivono in Amazzonia avevano subito un enorme impatto. Un nuovo studio dell’università di Leeds avverte che la foresta tropicale brasiliana è più a rischio di eventi siccitosi estremi rispetto a quanto si credesse in precedenza.
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Secondo i ricercatori, che si sono concentrati in particolare su un indicatore chiave per gli ecosistemi forestali, ovvero l’evapotranspirazione, vaste aree nella parte orientale della foresta amazzonica vanno incontro a condizioni di estrema siccità entro la fine del secolo. Nella parte occidentale, invece, la quantità di precipitazioni dovrebbe aumentare.
Un fenomeno di portata globale, visto che queste trasformazioni della foresta si tradurrebbero nel rilascio in atmosfera di ingenti quantità di anidride carbonica, con un impatto sul riscaldamento globale. in più, una società di tale portata avrebbe delle conseguenze durature anche sull’intero ciclo dell’acqua dell’Amazzonia.
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“Questo nuovo studio fa luce su come è probabile che il clima amazzonico cambi in uno scenario di riscaldamento estremo”, commentano gli autori. “Dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per i governi di tutto il mondo, questa risorsa globale vitale non deve essere data per scontata. Proteggere ed espandere le foreste esistenti, che assorbono e immagazzinano carbonio, è di fondamentale importanza per combattere il cambiamento climatico”.