Presentato il rapporto della Water Commission dell’Onu sul ciclo globale dell’acqua e la gestione della risorsa idrica. La crisi idrica è imminente, per evitarla dobbiamo cambiare radicalmente approccio
Crisi del clima, della biodiversità e dell’acqua sono intrecciate e amplificano la scarsità d’acqua
(Rinnovabili.it) – Una buona fetta d’Italia sta vivendo con preoccupazione la scarsità d’acqua che sta lasciando a secco falde, pozzi e acquedotti già a marzo. Una situazione eccezionale, legata a una siccità che si protrae da ormai due anni, che sta mettendo a dura prova agricoltura, industria, comparto energetico, con impatti sempre più visibili sulle nostre vite quotidiane. Riusciamo a immaginare come cambierebbe la nostra vita se questa situazione fosse strutturale?
È quello che ci spinge a fare ‘Turning the Tide’, l’atteso report della Water Commission dell’Onu sul ciclo dell’acqua a livello globale pubblicato oggi. Secondo gli autori, guidati dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, stiamo per scontrarci con una crisi dell’acqua imminente e globale. Entro il 2030, la domanda di acqua dolce sarà superiore del 40% all’offerta.
È l’effetto combinato della pressione antropica su clima, acqua ed ecosistemi. Una crisi ormai sistemica che deriva da decenni di gestione sbagliata della risorsa idrica in tutto il mondo, punta il dito il rapporto. “Per la prima volta nella storia dell’umanità, non possiamo più contare sulla fonte di tutta l’acqua dolce, le precipitazioni. Stiamo cambiando l’intero ciclo idrologico globale”, spiega l’autore principale, Johan Rockström. “Ogni 1°C di riscaldamento globale aggiunge circa il 7% di umidità al ciclo dell’acqua, sovraccaricandolo e intensificandolo, portando a eventi meteorologici sempre più estremi. L’acqua è quindi sia un motore che una vittima del cambiamento climatico”.
Ricette radicali contro la scarsità d’acqua
Per rispondere in modo efficace alla scarsità d’acqua bisogna cambiare radicalmente il nostro approccio alla questione. Le soluzioni proposte in passato – e fallimentari – erano troppo locali, avevano uno sguardo troppo ristretto e a breve termine, ed erano iniziative frammentate e incrementali. La soluzione è progettare una nuova economia che salvaguardi il ciclo dell’acqua. Come? Con un approccio che rifletta i molteplici ruoli dell’acqua nel benessere umano.
Le priorità: mobilitare gli attori del settore idrico, tra cui il settore pubblico, privato, la società civile e le comunità locali, e utilizzare la politica dell’innovazione per catalizzare soluzioni a problemi concreti. Aumentare gli investimenti nell’acqua attraverso nuovi tipi di partnership pubblico-privato. Ridurre i sussidi agricoli.
“Abbiamo bisogno di un nuovo pensiero economico che ci aiuti a passare dal fissare in modo reattivo al modellare in modo proattivo le economie per renderle inclusive e sostenibili”, ha dichiarato Mariana Mazzucato, co-autrice del rapporto. “Passare da politiche di innovazione settoriali a politiche mission-oriented con un approccio al bene comune può aiutarci a mettere l’equità e la giustizia al centro dei partenariati per l’acqua e a riunire più settori per affrontare le nostre maggiori sfide idriche”.